I contagi da virus SarsCoV2 legati alla scuola sono superiori a quelli che avvengono nella popolazione generale. Anche a livello di scuola primaria. L’indicazione giunge anche dalla letteratura scientifica e dalle analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).
Analizzando i dati del ministero dell’Istruzione relativi al periodo che va dal 26 settembre al 10 ottobre 2020 sembrerebbe che non ci sia un’influenza della scuola sul contagio, come emerso da una ricerca svolta nel Regno Unito e pubblicata su The Lancet.
Altri studi, in numero crescente, condotti in Italia e all’estero, forniscono invece “evidenze a favore dell’ipotesi dell’influenza della scuola, con tutti i fattori connessi, come trasporti, socialità extra-scolastica, sul contagio”, ha detto il matematico.
La correlazione fra l’inizio della scuola a metà settembre 2020 e l’inizio della crescita esponenziale due settimane più tardi è stata rilevata anche dallo stesso Sebastiani e dal virologo Giorgio Palù sulla rivista Viruses.
Una ricerca di Fondazione Kessler e Iss pubblicata sulla rivista Pnas indica che l’attività scolastica nella fascia 0-13 anni ha un impatto limitato sull’indice di contagio Rt, ma importante nella fascia 14-19 anni.
Ma per lo stesso Sebastiani, i dati delle scuole in Piemonte relativi a novembre 2020 trovano aumenti statisticamente significativi nella percentuale di positivi tra gli studenti nella fascia 11-19 anni e ancora più tra il personale scolastico rispetto alla popolazione.
Ricerche condotte nel Regno Unito (Lancet) e negli Stati Uniti (Science), rispettivamente su 131 e su 41 Stati mostrano che l’apertura delle scuole aumenta l’Rt del 25%, mentre la chiusura lo riduce del 35%, rispettivamente.
Seppure non siano ancora disponibili al riguardo dati nella letteratura scientifica, il progressivo aumento del numero di scuole materne ed elementari chiuse o con positivi fa pensare che ora sia coinvolta anche la fascia sotto gli 11 anni, probabilmente in relazione alle nuove varianti del virus.
L’ipotesi di incremento dei contagi in ambito scolastico giunge ad un anno esatto di distanza dalla sospensione delle lezioni in tutti gli istituti scolastici, che coincise con il lockdown nazionale e la riapertura solo alle superiori in occasione della maturità 2020 (per poi tornare tutti a settembre, anche se sempre nella secondaria di secondo grado solo per poche settimane).
I contagi in crescita e la spada di Damocle delle varianti sembrano ora portare verso una nuova “stretta”: assieme alle zone rosse, con il nuovo Dpcm i governatori potranno disporre le chiusure delle scuole anche in presenza di meno di 250 contagi settimanali ogni 100 mila abitanti.
Una possibilità, quella di imporre la DaD a livello locale, che solo qualche settimana fa era interpretata come un limite, con il governo che chiedeva alle Regioni di allinearsi alle disposizioni nazionali.
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