L’escalation di contagi da coronavirus che negli ultimi giorni sta avendo l’Italia inizia a preoccupare i lavoratori della scuola: con una curva in salita dei contagi secondo molti bisogna accettare il fatto che la didattica a distanza sia inevitabile.
“Torniamo alla didattica a distanza”
Non parliamo solo di commenti arrivati sui nostri canali social a proposito dell’argomento. In settimana abbiamo ricevuto alcune lettere in redazione in cui si riflette circa l’adozione della didattica distanza per evitare problemi di contagi: “Com’era facile immaginare qualche mese addietro, non bastano i banchi con le rotelle, qualche adesivo sul pavimento e il gel igienizzante per scongiurare la diffusione del Covid-19 all’interno delle scuole“, scrive il lettore Giuseppe Iaconis che invita a tornare “a gambe levate alla didattica a distanza nella scuola secondaria di primo e secondo grado, almeno sino a quando non sarà disponibile un vaccino“.
Pensiero condiviso anche da un altro lettore che propone la dad per evitare problemi: “la socializzazione dei ragazzi, anche con la didattica a distanza, è comunque rispettata, perchè gli stessi trovano il modo di incontrarsi ed anzi, hanno più tempo a disposizione, perchè, se non viaggiano, risparmiano in una giornata anche due ore, di tempo e di salute!“
“Non è vero che le scuole non sono veicolo di trasmissione dei virus, anzi proprio la riapertura delle scuole ha posto all’attenzione il problema dell’aumento dei casi sintomatici o asintomatici che siano“, si legge su un altra lettera.
Per adesso si va avanti in presenza
Per adesso il Ministero e il Governo tendono ad essere ottimisti: nella serata del 9 ottobre, il Ministero dell’istruzione ha fornito altri numeri aggiornati di casi covid nelle scuole: gli studenti che risultano positivi, alla data del 3 ottobre, sono 2.348, ovvero lo 0,037%; il personale non docente che risulta positivo è pari allo 0,079%, quindi 144 casi; il personale docente che risulta positivo è lo 0,059%, cioè 402 casi.
Pertanto, a parere di Viale Trastevere, non ci sono, al momento, le condizioni per tornare ad una didattica a distanza indiscriminata.
Una soluzione che, seppur ristrutturata grazie alle linee guida della Didattica digitale integrata, andrebbe a penalizzare comunque la fascia più bassa della popolazione studentesca, specie quella della scuola dell’infanzia e primaria.
Dall’altro lato è inevitabile il fatto che da qualche giorno si resti col fiato sospeso a causa dei numeri sempre in aumento di nuovi casi covid, con il pensiero che corre subito ad un nuovo lockdown.