Malgrado quasi 190mila contagi da Covid-19 in un solo giorno, si riparte: tra venerdì 7 e lunedì 10 gennaio circa otto milioni di alunni dovrebbero tornare sui banchi. Il condizionale è d’obbligo. Perché incrociando i dati quotidiani del ministero alla Salute sul numero dei contagi da Covid-19 con quelli dell’ultima relazione settimanale dell’Istituto superiore di sanità sull’andamento dell’epidemia, La Repubblica ha calcolato che su un totale di un milione e 406 mila positivi, 285 mila infetti (il 4,3% del totale) riguardano degli alunni: ebbene, considerando che le classi sono circa 327 mila, ne consegue che se i contagiati fossero “spalmati” su aule diverse, si avrebbe quasi un alunno con il Covid-19 per ogni classe.
Certamente, le cose non stanno proprio così. Perché i contagiati possono in realtà anche essere concentrati su meno classi, perchè frequentanti più di uno la medesima classe.
Tuttavia, la stima prodotta dal quotidiano nazionale la dice lunga su quanto ormai possa essere esteso il contagio anche all’interno dei nostri istituti scolastici.
Anche perché a rendere ancora più complicato il quadro, c’è poi la messa in conto di “oltre 20mila” docenti e altri operatori colpiti dal Coronavirus.
Quindi, questo significa che tra i prof e il personale Ata la percentuale di positivi al virus sarebbe abbastanza modesta, corrispondente ad appena il 2,5% circa.
Ma se viene sommata ai sospesi e malati (si parla di non meno di 50mila), va a sottrarre in media ad ogni scuola quasi il 10% del corpo insegnante.
Non è proprio poco, ancora di più perché le Asl non sembrano ancora garantire quelle risposte (i tamponi immediati) che le scuole chiedono quando scoprono che al loro interno vi sono alunno o lavoratori positivi al Coronavirus.
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