Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri (M5s)
Ad una manciata di giorni dal Natale, torna lo spettro del Covid. I numeri dei contagi e dei decessi diventano preoccupanti: in una settimana i casi sono aumentati di oltre il 40% e la tendenza è salire, perché nell’ultimo giorno si contano oltre 30mila contagiati e 150 morti. Sono dati che parlano da soli. E fanno tornare indietro di un anno. Agli ospedali stracolmi di ricoverati. Alle regioni che cambiano colore, in base al pericolo, fino al rosso. E gli alunni costretti a fare lezione con la modalità della DaD: quella che a Codogno (dove nel marzo di due anni fa prese il via quello che allora chiamavamo il Coronavirus), ma anche in altri Comuni, come Anzio e Imperia, è già scattata fino alle vacanze natalizie.
Ma a tenere banco è l’ipotesi che dopo l’Epifania la didattica a distanza possa essere estesa a territori più vasti o ad interi cicli scolastici (l’anno scorso dalla seconda media in su).
I presidi hanno subito espresso la loro contrarietà. Ma a decidere saranno ancora una volta i politici in seno al Governo, sulla scorta delle indicazioni mediche.
Ad incarnare entrambi i ruoli è Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute: parlando a Metropolis, il podcast di Repubblica condotto da Gerardo Greco, il rappresentante dell’esecutivo Draghi ha detto che “decideremo tra una settimana sulla ripresa della scuola: dipenderà dal picco della variante Omicron”.
“Se abbiamo i numeri del Regno Unito, con 100mila contagi e gran parte di questi tra la popolazione non vaccinata o non vaccinabile, quindi anche tra i soggetti più giovani, un ritardo del rientro a scuola consente un rallentamento del virus. In quel caso – ha sottolineato il medico grillino – non potremmo ricominciare la scuola subito”.
Poco dopo, lo stesso Sileri ha precisato che “nessuna misura che riguarda la scuola o altri ambiti è stata al momento assunta; nei prossimi giorni il Governo valuterà i dati sull’incidenza complessiva e sulla prevalenza della variante Omicron e deciderà di conseguenza”.
E ancora: “Solo nel caso di una impennata simile a quella attualmente in corso in Gran Bretagna, potrebbero essere valutate misure ulteriori ma al momento non siamo assolutamente in questa condizione”, ha concluso il sottosegretario.
Intanto, la Germania decide che la popolazione passerà le feste natalizie a casa: calcio senza pubblico, stop discoteche e numero ristretto di invitati per Capodanno. Un altro segnale che non promette bene.
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