Attualità

Covid e alunni disabili a scuola, oltre alla presenza è fondamentale l’inclusione

In questa fase di sospensione delle attività didattiche in presenza e dell’attivazione della Didattica Digitale Integrata al 100% diventa di non facile soluzione il problema, da parte delle scuole, di attivare una corretta organizzazione e gestione delle attività didattiche in presenza rivolte agli alunni disabili: questo aspetto deve essere ben organizzato perchè venga realizzata una effettiva inclusione scolastica.

Fondamentale l’inclusione degli alunni disabili

Nella nota del ministero dell’Istruzione del 5 novembre 2020 si specifica che deve essere garantita l’effettiva inclusione scolastica, a partire dagli alunni con disabilità, attraverso l’attivazione di tutte le forme di raccordo e collaborazione possibili con gli altri enti responsabili del loro successo formativo: una peculiarità che va attuata anche a livello di assistenza specialistica e di trasporto scolastico, proprio al fine di rendere un effettivo servizio di istruzione, così da realizzare, in concreto, il diritto allo studio previsto dalla Costituzione.
In generale, continua la nota del MI, in materia di inclusione scolastica per tutti i contesti ove si svolga attività in DDI, deve essere richiamato il principio fondamentale della garanzia della frequenza in presenza per gli alunni con disabilità, tenendo conto della necessità che tali attività in presenza realizzino un’inclusione scolastica “effettiva” e non solo formale, volta dunque a “mantenere una relazione educativa che realizzi effettiva inclusione scolastica”.

Inclusione latitante in alcuni casi

In un nostro recente articolo, nel quale alcuni docenti di sostegno sono sentiti considerati come figli di un Dio minore, emerge il problema di una mancata inclusione in alcune scuole che accolgono gli studenti disabili ma poi non l’integrano in un contesto classe: sono diversi i casi, a noi segnalati, di alunni con disabilità che vengono collocati in classi vuote con il solo loro docente di sostegno che li segue per qualche ora.

In altri casi, che sicuramente speriamo siano delle eccezioni, gli alunni disabili vengono messi insieme in una stessa aula, creando una classe speciale oppure differenziale: una circostanza, quest’ultima, che riporterebbe indietro di oltre 40 anni, a prima della Legge pro-inclusione n. 517 del 1977.

Per comprendere meglio come stanno andando le cose sarebbe importante conoscere i dati delle adesioni degli alunni disabili alla didattica in presenza.

Anche perchè a quanto è dato sapere sono molte le famiglie di alunni diversamente abili, che hanno preferito utilizzare la Didattica Digitale Integrata rinunciando alla scuola in presenza. Forse questa scelta di non mandare i figli a scuola in presenza, è nata proprio per evitare di fare svolgere un’attività didattica priva dell’inclusione del disabile con il gruppo classe.

Docenti di sostegno quasi sempre in presenza

Un’altra lamentela che abbiamo raccolto da alcuni docenti di sostegno, è quella che in caso di rinuncia dell’alunno disabile alla frequenza in presenza, non segue l’autorizzazione da parte del dirigente scolastico di svolgere l’attività a distanza da casa.

Ci sono scuole dove questa autorizzazione viene concessa e altre scuole dove si attuano norme più restrittive e i docenti continuano sempre, in ossequio alle indicazioni della ormai superata nota MI precedente, la n. 1934, chiamati a collegarsi da scuola anche quando gli studenti stanno tutti a casa.

Su quest’ultima possibilità, va considerato che nell’ultima nota ministeriale del 5 novembre 2020 il capo dipartimento Marco Bruschi ha scritto che il dirigente scolastico deve riscontrare “le migliori condizioni per l’erogazione della didattica in DDI anche autorizzando l’attività non in presenza, ove possibile e ove la prestazione lavorativa sia comunque erogata”.

Una circostanza che, sempre in una parte degli istituti, riguarda anche i docenti curricolari: tutti a scuola, quindi, a realizzare didattica senza alunni. Tanto che nei giorni scorsi nell’Istituto Tecnico Oriani di Faenza gli alunni di una seconda classe hanno stampato e applicato il proprio ritratto su ogni banco, tra l’altro di nascosto e con la complicità dei collaboratori scolastici. Così da far sentire i loro docenti meno soli.

Lucio Ficara

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