Chi governa la scuola continua sostenere che gli studenti non devono temere le lezioni in presenza, perché le sedi scolastiche non comportano aumenti di rischi di contagio Covid-19. Con la discesa dei contagi è diventato considerevole il numero di studenti delle superiori tornato a scuola, seppure alternando la dad.
Rimane consistente il numero di addetti ai lavori che continuano ad avere dei dubbi. In Puglia, ad esempio, la giunta ha fatto sapere che “nel primo mese di apertura delle scuole” nella Regione “è stato registrato un aumento di 20 volte nelle fasce di età 6-10 e 14-18”. E nel frattempo altre Regioni sono già tornate alla didattica distanza al 100%.
Anche diversi medici continuano a sostenere che la “guardia” va mantenuta sempre alta. Anche nelle sedi scolastiche.
Tra i più timorosi figura senza dubbio il pediatra Italo Farnetani, docente alla Libera Università
Ludes di Malta: “Sulla scuola – ha detto all’Adnkronos Salute – abbiamo perso un’occasione”. La scorsa estate, presentando il rientro in classe dopo il lockdown, “si era parlato di lezioni all’aperto”. Nei fatti, però, ci si è limitati a qualche esperienza estemporanea.
Invece, “sarebbe stato un modo per ridurre il rischio di contagio da Sars-CoV-2. Spero che da marzo o al massimo dopo Pasqua, con l’arrivo delle belle giornate, si possa concretizzare questa possibilità per i ragazzi”, dice il pediatra.
Secondo Italo Farnetani bisognerebbe seguire l’esempio di esperienze portate avanti nei Paesi nordici: lezioni all’aria aperta, più contatto con la natura.
Il pediatra ritiene che sarebbe il caso, a questo punto, di “far vivere la giornata scolastica, o una parte dell’orario quotidiano, all’aria aperta dai primi di aprile”.
Il pediatra ricorda che “i raggi Uv, mediamente da marzo-aprile in poi, riescono ad avere una forza significativa e ad essere più efficienti ed efficaci, man mano che il sole è più perpendicolare. Stare al sole per i ragazzi significa sintetizzare la vitamina D, accumularla e sfruttarla per il prossimo inverno”.
Dopo le vacanze pasquali, quindi dopo il 6 aprile, quando il clima sarà più mite “le lezioni fuori dalle aule sarebbero un buon modo per abbassare il rischio di contagio da coronavirus e avere tutti gli effetti positivi della vita all’aria aperta. Tanto più che l’ultimo anno è stato difficile per tutti”.
Farnetani spiega che “la luce solare favorisce anche la stimolazione della serotonina, con un effetto antidepressivo. Aumenta quindi anche il buonumore dei più piccoli. Ovviamente anche se si va a scuola e non al mare, all’aperto consiglierei di proteggere i bambini con la crema solare”.
“Ricordiamo – conclude l’esperto – che le scuole all’aperto non sono nulla di nuovo: furono una grande invenzione degli anni ’20, mare e sole contro il rachitismo e la Tbc sono stati usati come elementi terapeutici. In base a questo principio nel 1842 nacque il primo ospedale marino, l’Ospizio marino di Viareggio”.
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