Cresce il tasso di contagio di Covid-19 tra i giovani e con il dilagare della “variante inglese” salgono i rischi per le famiglie: a sostenerlo è il dipartimento alla Salute della Regione Puglia, attraverso un dettagliato report incluso nell’ordinanza sulle scuole firmata il 20 febbraio dal governatore Michele Emiliano.
Nel quadro settimanale sulle scuole, si legge nel documento, la “situazione del contagio scolastico ha riscontrato tra bambini e adolescenti un maggior tasso di diffusione del virus che, associato alla cosiddetta ‘variante inglese’ contraddistinta da maggiore trasmissibilità, induce a ritenere che si sia notevolmente aggravato il rischio di trasferimento in ambito familiare”.
Secondo il dipartimento è assodato, quindi, “il perdurare della elevata circolazione virale in tutta la popolazione e in particolare un maggiore tasso di contagio registrato nella popolazione scolastica rispetto alla popolazione generale nello stesso periodo, unite al rischio di incremento previsto dalla diffusione delle nuove varianti del virus (che in altre regioni ha già condotto ad un importante aumento di contagi nelle fasce di età scolari)”.
Secondo l’assessore regionale alla Salute della Puglia, Pier Luigi Lopalco, “il fatto di restringere in qualche maniera la possibilità di fare didattica in presenza è legato a quelli che sono gli allarmi di questo momento un po’ da tutta Italia. Anche dall’Istituto superiore di sanità e dal Ministero è arrivato questo allarme di cercare di trovare delle misure restrittive per limitare la diffusione di queste nuove varianti”.
“Per questo – ha concluso Lopalco – abbiamo pensato d’accordo col mondo della scuola di fare questo passo. Per qualche settimana cerchiamo di limitare la didattica in presenza in maniera da rallentare la diffusione del virus” e nello stesso tempo impiegare “tutte le nostre risorse nella vaccinazione degli operatori scolastici”.
Ne consegue che dal 22 febbraio al 5 marzo in tutte le scuole pugliesi si praticherà la didattica a distanza. L’ordinanza varrà fino al 5 marzo, quando ci sarà il nuovo Dpcm.
“Le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e i CPIA – si legge – adottano forme flessibili dell’attività didattica in modo che il 100% delle attività scolastiche sia svolto in modalità digitale integrata (DDI), riservando, sulla base della valutazione dell’autonomia scolastica, l’attività didattica in presenza agli alunni per l’uso di laboratori qualora sia previsto dall’ordinamento, o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata”.
Le scuole potranno ammettere la presenza degli alunni “che, per ragioni non diversamente affrontabili, non abbiano la possibilità di partecipare alla didattica digitale integrata, purché, complessivamente, non venga superato il limite del 50% della popolazione scolastica per ogni singola classe o sezione d’infanzia”.
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