Ci sono degli sviluppi sulla diatriba in atto tra la giunta regionale pugliese e il ministero dell’Istruzione per via della circolare firmata dal governatore Michele Emiliano che riapre le scuole in presenza dando però facoltà agli alunni di continuare a svolgere la DaD da casa. Il week end si era concluso con la replica, solo in apparenza conciliante, del governatore della Puglia Michele Emiliano alla richiesta del ministero dell’Istruzione di modificare l’ordinanza con cui è stata riavviata la didattica in presenza dando così seguito alle disposizioni del Dpcm del 3 novembre, facendo venire meno lo stop della scuola primaria e media, come nemmeno nelle zone ‘rosse’, ma soprattutto dando seguito al parere del Tar barese di riaprire tutte le scuole in presenza con effetto immediato.
Tutto come previsto: tanta incertezza
La settimana, quindi, si è aperta come si immaginava: lunedì 9 novembre famiglie, docenti e dirigenti scolastici si sono dovuti barcamenare nella gestione, con contenuti anche opposti, di ordinanze, note ministeriali e provvedimenti del governo.
E le parole di Emiliano hanno reso la situazione ancora più incerta: “Faccio mio l’appello dei pediatri – ha detto il governatore – evitate di mandare i bambini a scuola in presenza, questo è più sicuro sia per i bambini che per la salute pubblica. Scegliete, se possibile, la Dad, e da casa cercate di fare il possibile, fino a quando i dati epidemiologici non scenderanno”.
Dall’altra parte, però, il premier Giuseppe Conte ha confermato la volontà del governo di mantenere il più possibile la didattica in presenza, ribadendo la deroga nel vincolo della Dad all’università per garantire almeno alle matricole di frequentare fisicamente.
Le precisazioni del MI
Da Viale Trastevere, inoltre, è stato annunciato che “a partire dalla scuola primaria la mascherina dovrà essere indossata sempre da chiunque sia presente a scuola“, anche quando gli alunni sono seduti al banco con un distanziamento superiore ad un metro.
Faranno eccezione solo i bambini con meno di 6 anni e coloro che convivono con patologie o disabilità incompatibili.
Nuova udienza del Tar
Intanto, una nuova udienza al Tar sulla chiusura delle scuole in Puglia, in un primo tempo fissata per il 3 dicembre, si terrà mercoledì 18 novembre. A chiedere e ottenere l’anticipo è stato lo stesso Michele Emiliano, “vista l’urgenza di tutelare la salute pubblica” ha spiegato sui social.
Comunque una cosa è certa: non sembra avere intenzione di tornare sui suoi passi. Non a caso, accoglie come una buona notizia la decisione del Tar della Campania che non ha accolto una richiesta di sospensiva della ordinanza della Regione sulle scuole analoga a quella pugliese. “Abbiamo ancora ottime possibilità di convincere il Tar della Puglia a restituire efficacia alla mia ordinanza che chiudeva la scuola primaria in presenza”, ha fatto sapere.
Le famiglie mortificate…
Poi aggiunge: molte famiglie puglisi “si sono sentite mortificate vedendosi negare il loro diritto sostanzialmente su due principali motivazioni: la difficoltà di organizzare la Dad a distanza nella stessa classe che opera anche in didattica in presenza; la mancanza di tablet e di connessione. Altre scuole invece hanno cominciato bene la Dad e hanno così dato il loro contributo al calo dei contagi”. “Ricordo a tutti coloro che sono stati costretti ad accettare la didattica in presenza per la indisponibilità a concederla o ad organizzarla in tempi ragionevoli, che hanno il pieno diritto di pretenderla e che in mancanza potranno segnalare le omissioni al Prefetto e all’Ufficio scolastico regionale e anche a me come già stanno facendo”.
Emiliano ha anche fatto i “complimenti alla comunità di Melendugno (Lecce) e alla scuola “Rina Durante” che riapre sì, ma con tutti e 750 gli alunni che scelgono la Dad con una decisione dolce e collaborativa tra scuola, comune e famiglie. Grande il loro contributo al contenimento dei contagi e alla tutela di bambini, famiglie e personale scolastico. Seguite l’esempio”.
Il sindaco di Lecce: tavolo permanente
A soffiare sul fuoco si è messo anche il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, che ha invitato la Regione Puglia a presentare ricorso contro quanto previsto dal Protocollo d’Intesa siglato dal MI coi sindacati il 6 agosto, nella parte in cui si scrive “Il tavolo permanente può valutare di richiedere al Ministero della Salute – allo scopo che le attività scolastiche si svolgano in osservanza delle misure di sicurezza – l’indicazione di eventuali e ulteriori misure proporzionate all’evolversi della situazione epidemiologica e volta ad assicurare la piena ed effettiva salute degli studenti e di tutto il personale”.
Il sindaco ha chiesto che la “Regione Puglia – dati alla mano – evidenzi una evoluzione dei contagi e chieda al tavolo permanente presso il ministero di poter emanare un provvedimento, limitato nel tempo (sospensione delle lezioni in presenza e organizzazione della didattica a distanza per primaria e secondaria di primo grado) proporzionato all’andamento epidemiologico, per garantire la minacciata tenuta del sistema ospedaliero e sanitario regionale”.
Il ministero degli Affari regionali media
Nella serata di lunedì 9 novembre, però, il ministero degli Affari regionali avrebbe convinto il governatore a scendere a patti con il ministero dell’Istruzione: “contatti sarebbero in corso, secondo quanto si apprende, tra il ministero dell’Istruzione e la Regione Puglia per fare conciliare le ragioni sanitarie con le regole previste dal Dpcm del 3 novembre sulla scuola”, scrive l’agenzia Ansa.