Chi insegna scuola può rifiutarsi di sottoporsi al tampone per verificare se è contagiato dal Covid-19: lo ha stabilito la procura di Aosta esprimendosi sui 21 docenti di un istituto primario dello stesso capoluogo regionale che alcuni giorni fa avevano rifiutato di sottoporsi al test prima di rientrare in classe dopo la quarantena e quindi prolungando il loro rientro a scuola di alcuni giorni.
La procura ha quindi chiuso le indagini senza indagati né ipotesi di reato il fascicolo che era stato avviato: gli inquirenti hanno infatti appurato che i maestri potevano scegliere se sottoporsi o meno al tampone, poiché si trattava di un test volontario.
L’agenzia Ansa ricorda che il fascicolo modello 45 (per atti non costituenti notizia di reato), affidato al pm Luca Ceccanti, era stato aperto dopo l’esposto della Regione, presentato “per accertare – aveva dichiarato l’assessore all’Istruzione, Luciano Caveri – eventuali responsabilità per quanto avvenuto” in quanto la scuola è “un servizio pubblico essenziale”.
Gli insegnanti e gli oltre 200 bambini della primaria San Francesco di Aosta erano stati posti in quarantena il 9 novembre scorso.
La riapertura era prevista dieci giorni dopo, il 20 novembre, a condizione di risultare negativi al tampone.
Non effettuando il test, invece, lo stop alle lezioni in presenza sarebbe durato 14 giorni, fino allo scorso 23 novembre. E così è stato.
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