Mentre si attendono le novità in merito al nuovo Dpcm, che sarà pubblicato nelle prossime ore, i dirigenti scolastici non ci stanno e attaccano il Governo sulle scelte che sta assumendo.
Ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus, Antonello Giannelli, presidente dell’associazione nazionale presidi (ANP), fa il punto della situazione, critica a suo modo di vedere: “Sostanzialmente si ha l’impressione di navigare completamente a vista e di cambiare di giorno in giorno decisioni e direttive, non si capisce poi per quale obiettivo. Se l’obiettivo è la riduzione dei contagi siamo tutti d’accordo, ma deve essere chiaro che se sospendiamo la didattica in presenza c’è un prezzo sociale che si paga, questo prezzo molto elevato ha senso pagarlo se c’è un’utilità dal punto di vista del contrasto del contagio, se così non è però dobbiamo capire qual è la ratio di questi provvedimenti”.
Secondo Giannelli, “la scuola non può funzionare con un dpcm al giorno che cambia le regole, è chiaro che un po’ di stabilità servirebbe, una decina di giorni di didattica a distanza non consente pianificare azioni di lungo termine perché ci vuole una settimana solo per pianificare tutto. Non si può accettare l’idea che si vada alla cieca”.
C’è poi da considerare l’aspetto dei contagi nelle scuole, sul quale non c’è al momento molta chiarezza: “È chiaro che ci sono casi di positività anche nelle scuole, il punto è capire dove avviene il contagio, che viene quasi sempre fuori dalle scuole. I dati del Ministero dicono che situazioni di contagio a scuola non se ne rilevano. Grazie al monitoraggio delle scuole si è riusciti ad individuare positivi che se fossero stati a casa magari non sarebbero venuti fuori“, dice Giannelli, che ribadisce: “bisognerebbe potenziare trasporti e asl territoriali che finora non hanno funzionato tanto bene, è lì che bisognerebbe concentrarsi”.
Infine il numero uno di ANP si sofferma su alcuni atteggiamenti da evitare assolutamente, da parte delle famiglie: “È capitato che alcune famiglie in cui è stata riscontrata una positività, mandassero comunque il bambino a scuola, perché non sapevano come gestirlo a casa. Questo è un comportamento assolutamente incosciente perché può diffondere il virus. Serve senso di responsabilità da parte di tutti. Se ognuno cerca di andare avanti a spese del proprio simile calpestandolo ci indeboliamo tutti”.
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