Home Attualità Covid, il livello di istruzione incide molto sulla mortalità: Rapporto Istat

Covid, il livello di istruzione incide molto sulla mortalità: Rapporto Istat

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Tradizionalmente, in Italia, il livello di istruzione incide molto sulla mortalità. Nella prima e nella seconda ondata della pandemia il rapporto tra i tassi di mortalità dei meno istruiti rispetto ai più istruiti, che misura l’eccesso di morte dei primi, rimane mediamente di 1,3 per gli uomini e di 1,2 per le donne, come nel periodo pre-pandemico.

A dirlo è l’Istat, nel Rapporto annuale presentato oggi a Montecitorio.

Riportiamo di seguito alcune pillole tratte dall’Indagine, riferite alle diseguaglianze sociali nella mortalità durante la pandemia in Italia:

  • nelle aree geografiche in cui l’incremento della mortalità è stato maggiore si osserva un aumento dei differenziali in base al livello di istruzione, più marcato nel Nord-ovest, dove i valori del rapporto di mortalità per livello di istruzione (basso rispetto ad alto), salgono rispettivamente a 1,5 e 1,4 in corrispondenza del primo picco pandemico (mediamente il rapporto era pari a 1,3 negli uomini e a 1,2 nelle donne prima della pandemia);
  • nei mesi più critici della pandemia i divari di genere sono aumentati, indipendentemente dal livello di istruzione, in quanto gli incrementi maggiori di mortalità hanno riguardato soprattutto gli uomini: il rapporto di genere del tasso di mortalità (M/F), in media pari a 1,5, supera 1,7 nei mesi di marzo e novembre 2020;
  • le diseguaglianze di genere aumentano di più nelle aree che hanno registrato i maggiori incrementi di mortalità. Nel Nord-ovest il rapporto di genere del tasso tocca quota 2 nel mese di marzo 2020, per poi scendere nei mesi immediatamente successivi a 1,5 e risalire a 1,8 a novembre.