Tanto rumore per nulla, verrebbe da dire. Il nuovo Dpcm del 18 ottobre presenta sì misure anche per al scuola, ma all’atto pratico le novità concrete sono davvero poche. Misure, ad ogni modo, che entrano in vigore da domani, 21 ottobre.
Partiamo dalla fine: il Dpcm prevede un’organizzazione flessibile degli orari da parte delle scuole secondarie di secondo grado, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9.00. Tuttavia, dopo qualche dubbio di interpretazione sollevato anche dalla nostra redazione, è arrivata la nota del Ministero dell’Istruzione che specifica: l’ingresso nelle scuole superiori sarà dalle 9 in poi solo in casi critici particolari. Così come la modulazione degli orari scaglionati con turni anche pomeridiani.
Nei territori funzionanti non è necessario modificare orari di entrata e uscita, orari settimanali dei docenti, turni delle mense, orari di esercitazioni e laboratori e tutto quanto sia collegato alla scansione temporale definita dall’inizio dell’anno scolastico.
Anche perchè non si può adottare a priori una disposizione del genere senza tenere conto dei singoli contesti territoriali: a Gela, in provincia di Caltanissetta, la preside del liceo scientifico e linguistico Elio Vittorini chiarisce la situazione del suo territorio: “Nelle grandi città ci sono molti ragazzi che prendono l’autobus per andare a scuola e quindi ci sono tante corse – spiega infatti la dirigente Angela Tucci a Il Messaggero – ma a Gela per i miei ragazzi non è così. Abbiamo già scaglionato gli ingressi in accordo con le scuole del nostro territorio. Siamo tre istituti limitrofi e quindi abbiamo ritenuto importante e necessario suddividere gli accessi tra le 8 e le 8.40. Se aprissimo tutti alle 9 sarebbe impossibile garantire la didattica: l’ultimo turno entrerebbe alle 9.40. Inoltre tanti vengono in maniera autonoma ma tanti altri con l’unica corsa di bus disponibile, che arriva dalle 8 alle 8.20. Chi prende quella corsa deve aspettare fino alle 9? Lo stesso discorso vale per l’uscita: se escono dopo, non ci sono i mezzi per portarli a casa“.
L’altra raccomandazione del Dpcm del 18 ottobre riguarda l’incremento della didattica digitale integrata. Su questo punto bisogna evidenziare che la stragrande maggioranza degli istituti superiori la utilizza sin dai primi giorni, sia per scelta autonoma che per necessità, visto che, i nuovi banchi ordinati dalle scuole hanno tardato in moltissimi casi ad arrivare e la DDI si è rivelata un’ottima soluzione per organizzare le lezioni in sicurezza.
Forse l’unica vera novità di rilievo dell’ultimo Dpcm firmato dal Presidente Conte riguarda gli organi collegiali: questi potranno avvenire secondo modalità distanza nel rispetto dei principi di segretezza e libertà nella partecipazione alle elezioni.
Il DPCM prevede anche che “le riunioni degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche ed educative di ogni ordine e grado possono essere svolte in presenza o a distanza sulla base della possibilità di garantire il distanziamento fisico e, di conseguenza, la sicurezza del personale convocato”.
Pertanto, ciò significa che le riunioni in presenza non sono escluse a priori ma saranno possibili a condizione che si possano garantire adeguate misure di sicurezza.
L’unico dubbio che sorge è quello relativo alla tutela della segretezza: svolgere a distanza una riunione degli organi collegiali utilizzando il registro elettronico, può garantire veramente la segretezza?
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GLI ALLEGATI AL DPCM 18 OTTOBRE
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