Secondo Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato Tecnico Scientifico, l’impennata dei contagi da covid in Italia non ha subito l’effetto ritorno a scuola.
Nel corso di un’intervista a La Repubblica, Locatelli spiega: “i numeri italiani non possono che essere guardati con una certa preoccupazione. Ci devono allertare e non allarmare“, ma, l’aspetto più importante da sottolineare, è che “la scuola non sta ancora impattando sul numero di contagi: è passato poco tempo dall’apertura e comunque ci sono misure stringenti e percorsi attenti per garantire la sicurezza sia di chi ci lavora sia dichi ci va“.
La pensa allo steso modo Ranieri Guerra, direttore generale aggiunto dell’Oms, ospite di ‘Agorà’ su Rai3: “Sull’aumento dei casi positivi in questo momento non ha pesato la riapertura delle scuola, se ci sarà un dato lo vedremo tra una settimana-10 giorni“.
Locatelli respinge l’idea di una nuova chiusura generale, riproponendo le posizioni del premier Conte e del Ministro della Salute Speranza: “va chiarito bene che quanto abbiamo affrontato la scorsa primavera, il lockdown, non lo rivivremo. La chiusura non si prende in considerazione. Ora il Paese è preparato, ci sono comunque terapie per rallentare la malattia, presto arriveranno vaccini e medicinali efficaci come gli anticorpi monoclonali“.
Per l’esperto membro del Cts per adesso “ci vuole un richiamo alla responsabilità dei comportamenti. In questa fase le mascherine potrebbero contribuire a contenere il virus anche se usate all’aperto”.
Le opinioni di Locatelli sembrano un po’ distanti da quelle del virologo dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, convinto che nelle prossime settimane “assisteremo ancora a un aumento dei casi, ma – rassicura il virologo – ritengo si possa ancora continuare a convivere con il virus. Ovviamente con organizzazione, più tamponi e un nuovo galateo da parte dei cittadini più stringente e sistematico”.
L’aumento sostanzioso del numero di contagi, schizzato a 2.548, prosegue Pregliasco “è presumibilmente già legato allo stress test della scuola che vedremo e vedremo ancora”.
Intanto, in Piemonte e in altri comuni italiani, nei pressi delle scuole bisognerà indossare le mascherine all’aperto.
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