Mentre siamo in attesa dell’ok dell’Aifa al vaccino Novavax – sarebbe questione di ore -, nelle scuole i più refrattari (circa 40mila, tra docenti e Ata, con una media di 4 per istituto), che hanno preferito la sospensione dall’incarico all’adesione all’obbligo vaccinale, potrebbero predisporsi alla somministrazione del quinto vaccino in arrivo in Italia, che ha già ricevuto il via libera dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco.
Le prime dosi del vaccino anti-Covid di Novavax dovrebbero arrivare ai Paesi membri dell’Ue nei primi mesi del 2022, poiché le capitali ne hanno ordinate per il primo trimestre 2022 circa 27 milioni di dosi, specifica la commissione europea. Il contratto permette poi agli Stati di acquistare ulteriori 100 milioni di dosi, da consegnarsi nel corso del 2022 e del 2023. Le fiale di Novavax si aggiungono ai 2,4 miliardi di dosi acquistate o prenotate da Pfizer/BioNtech, ai 460 milioni di Moderna, 400 milioni di Astrazeneca e 400 milioni del farmaco di Janssen (Johnson & Johnson).
Perché il Novavax rassicura di più facendo breccia tra i no vax soft, come li definisce l’agenzia AdnKronos? Secondo alcune considerazioni che ci giungono in redazione il fatto che esso si differenzi rispetti ai vaccini a mRna (Pfizer e Moderna) e a quelli a vettore virale (AstraZeneca e Johnson & Johnson), adoperando le proteine e quindi una tecnologia più tradizionale, costituirebbe un punto a suo vantaggio, in quanto gli scettici percepirebbero il nuovo prodotto farmaceutico come “meno sperimentale” degli altri.
Il Novavax, insomma, che verrà somministrato con 2 dosi a 3 settimane l’una dall’altra, funziona attraverso una versione prodotta in laboratorio della proteina Spike che si trova sulla superficie del virus e che agisce come adiuvante, a rafforzare la risposta immunitaria del soggetto cui viene somministrato il vaccino.
Il sistema immunitario – si legge sul sito dell’agenzia AdnKronos – identifica la proteina come estranea e produce difese naturali – anticorpi e cellule T – contro di essa. Se in seguito la persona vaccinata entra in contatto con il Coronavirus, il sistema immunitario riconoscerà la proteina Spike sul virus e sarà pronto ad attaccarla. Gli anticorpi e le cellule immunitarie possono proteggere da Covid lavorando insieme per uccidere il virus, impedire il suo ingresso nelle cellule e distruggere le cellule infette.
I risultati di due principali studi clinici esaminati dagli esperti dell’Ema mostrano che Nuvaxovid si è dimostrato efficace nel prevenire Covid-19 nelle persone dai 18 anni di età. I trial hanno coinvolto in totale oltre 45.000 persone.
Il primo studio, condotto in Messico e negli Stati Uniti, ha riscontrato una riduzione del 90,4% del numero di casi sintomatici di Covid-19 da 7 giorni dopo la seconda dose nelle persone che hanno ricevuto Nuvaxovid (14 casi su 17.312 persone) rispetto a quelle a cui è stato somministrato placebo (63 su 8.140).
Ciò significa, evidenzia l’Ema in una nota, che il vaccino ha avuto un’efficacia del 90,4% in questo studio. Anche il secondo studio condotto nel Regno Unito ha mostrato una riduzione simile del numero di casi sintomatici di Covid-19 nelle persone che hanno ricevuto Nuvaxovid (10 casi su 7.020 persone) rispetto al gruppo a cui è stato somministrato placebo (96 su 7.019), con un’efficacia dell’89,7%.
Presi insieme, dunque, i risultati dei due studi mostrano un’efficacia del vaccino per Nuvaxovid di circa il 90%.
Gli effetti indesiderati osservati con Nuvaxovid negli studi, spiega l’Ema, sono stati generalmente lievi o moderati e sono scomparsi entro un paio di giorni dopo la vaccinazione. I più comuni sono risultati sensibilità o dolore al sito di iniezione, stanchezza, dolori muscolari, mal di testa, sensazione generale di malessere, dolori articolari e nausea o vomito.
Il professore Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa, a Sky Tg24, sul nuovo prodotto farmaceutico in arrivo a protezione da questa nuova ondata di Covid-19, ha dichiarato: “Abbiamo un nuovo vaccino, Novavax, che con tutta probabilità oggi verrà approvato dalla Cts dell’Aifa, è un’ulteriore arma potente, con un’efficacia di oltre l’89% per proteggere dal Covid sintomatico”.
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