Le dichiarazioni della ministra dell’istruzione Azzolina sui numeri del contagio nelle scuole, di cui abbiamo già parlato, sono senz’altro incoraggianti: lungi da noi dire il contrario. Il coronavirus nelle scuole colpisce il personale e gli studenti dello zero virgola qualcosa sul totale degli stessi soggetti.
Ma i numeri vano letti sotto tutte le angolazioni per tirarci fuori più informazioni possibili, gradite oppure no.
Partiamo dai dati ministeriali: il personale docente che risulta contagiato è lo 0,047% del totale (349 casi di positività), si parla dello 0,059% (116 casi) per il personale non docente, per gli studenti la percentuale è dello 0,021% (1.492 casi), si legge sul sito del Ministero dell’Istruzione. Sommando i valori assoluti (349 + 116 + 1492) abbiamo il totale di 1.957 contagiati nelle scuole.
E veniamo ai dati ufficiali complessivi della Presidenza del Consiglio dei ministri, in relazione alle stesse date di riferimento.
Se leggiamo i numeri dei contagi italiani totali negli stessi dodici giorni cui fa riferimento la Ministra, dal 14 al 26 settembre, abbiamo un incremento di 9.400 positivi, passando dai 39.187 del 14 settembre ai 48.593 del 26 settembre.
Mettiamo a confronto i due numeri, quelli totali – 9.400 – e quelli scolastici – 1.957 -.
Per semplicità, approssimiamo: 10 mila contagi totali di cui 2 mila nelle scuole. Il risultato è di facile lettura: il 20 % dei contagiati totali in Italia li ritroviamo nelle scuole. Solo lo zero virgola qualcosa di tutti i docenti si ammala, ma il venti percento dei contagiati totali gira tra i banchi di scuola.
Che concluderne? Nulla di particolarmente sconfortante. Siamo lieti che il sistema scuola regga, se il 20 % lo reputiamo un dato accettabile, e tiferemo sempre per l’apertura delle scuole, entro i limiti del possibile e i margini della prudenza. Ma il 20 % di contagiati nelle scuole è un dato che suona ben diverso dagli zero virgola di cui si è parlato di recente.
Certo, non si può dire che si tratta di contagi derivanti necessariamente dallo stare a scuola. Anzi, soprattutto nelle scuole superiori è probabile che il contagio sia avvenuto al di fuori, frequentando luoghi dove alla presenza di più individui si somma la mancanza della mascherina in volto.
La scuola, in questo caso, diventa il luogo dove il contagio – rientrando nel novero dei contatti ‘stretti’ (stazionamento entro due metri di distanza per oltre 15 minuti senza mascherina protettiva) – potrebbe propagarsi. Ed ecco il motivo per cui le classi vanno in quarantena.
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