Se arriviamo a gennaio con l’attuale modello organizzativo, la terza ondata della pandemia di Covid-19 “rischia di essere ancora più devastante”: la terribile prospettiva è indicata in uno studio condotto da una rete di ricercatori di diversi enti e pubblicato in esclusiva da Lettera150, il think tank nato durante il primo lockdown per proporre soluzioni efficaci contro l’epidemia e al quale aderiscono oltre 250 docenti universitari.
A firmare la ricerca, presentata l’11 dicembre e coordinata da Antonio Bianconi e Giampietro Ravagnan, sono stati studiosi del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), della Scuola del Farmaco di Camerino e del Centro Ricmass di Roma.
I ricercatori hanno analizzato e verificato con uno studio comparativo e statistico gli effetti della applicazione del Protocollo chiamato LFT (Lockdown, Case finding, mobile Tracing) messo a punto in Corea del Sud e basato su test molecolari di massa, uso delle nuove tecnologie per il tracciamento dei contagiati, integrate dai Covid Hotel. In Italia, per primi in Europa e negli Stati Uniti, si è applicato invece il protocollo messo a punto dall’Imperial College di Londra chiamato LSG (Lockdown Stop and Go ) che contempla essenzialmente il contenimento domiciliare e il distanziamento sociale.
“Già ai primi di marzo – scrive Lettera 150 – i biofisici del gruppo individuarono una legge matematica di evoluzione dell’epidemia che prevedeva per l’Italia con il protocollo LSG una durata della prima ondata superiore di 2-3 mesi rispetto ai Paes i che avevano usato il protocollo LFT”.
“Di questo informarono, senza esito, la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministro della Salute. Quelle previsioni si sono puntualmente realizzate”.
Con una seconda ricerca conclusa a fine novembre, “i ricercatori – prosegue Lettera 150 – dimostrano che la scelta fatta dall’Italia di adottare il protocollo di Lockdown puro e semplice ha prodotto dal 21 febbraio al 7 di ottobre 594 morti per milione di abitanti cioè sei volte di più della media mondiale e 74 volte di più che in Corea. In tutti i Paesi che hanno adottato il protocollo LFT il numero di morti per milione di abitanti è stato invece 10 volte inferiore all’Italia”.
Ecco per quali motivi, ha detto Giuseppe Valditara, coordinatore di Lettera150, “la terza ondata, senza cambiare protocollo, rischia di essere ancora più devastante, lockdown e distanziamento da soli non bastano”.
È di poche ore prima, intanto, l’ennesima presa di posizione della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, sulla scia delle parole pronunciate in audizione al Senato del coordinatore del Cts Agostino Miozzo, a favore della riapertura delle scuole il prima possibile.
“Non è corretto parlare dell’ipotesi di una terza ondata legata alla scuola”, ha detto la titolare del MI, che ha anche sottolineato che “neanche la seconda è collegata alla scuola. Il rischio non è la riapertura il 7 gennaio delle scuole superiori, ma i comportamenti non corretti che potrebbero avvenire da oggi a tutto il periodo delle vacanze”, ha concluso Azzolina.
Le cose, però, non sarebbero così semplici. Almeno per Mario Pittoni, responsabile Scuola della Lega e vice presidente della commissione Cultura.
Commentando le parole di Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, il leghista ha detto che “nel Governo si discute di ripresa delle lezioni in presenza a gennaio preoccupandosi solo dell’effetto mediatico di una data rispetto a un’altra. Nessuno che pensi a progetti e investimenti per garantire la pulizia dell’aria (la Germania ha annunciato interventi per 500 milioni di euro) onde evitare – ha concluso Pittoni – ulteriori devastanti chiusure”.
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