Gli studenti italiani soffrono ancora, dal punto di vista psicologico e comportamentale, delle conseguenze della pandemia. Nel caso specifico del territorio torinese i dati che emergono sono alquanto preoccupanti. A ribadirlo, ancora una volta, come riporta Il Corriere di Torino, sono i “Rapporti di autovalutazione” del 2022, consultabili sul sito “Scuola in chiaro” del ministero dell’Istruzione e del Merito.
Si parla della quasi totalità delle scuole di Torino e provincia che registra almeno un episodio problematico nel corso dell’anno. Oltre il 50% delle elementari e delle medie ha chiamato almeno una volta i servizi sociali (spesso per un disagio in famiglia). In quasi il 20% delle medie e dei professionali c’è stato bisogno delle forze dell’ordine. Non sono esclusi nemmeno i licei.
L’83% ha dovuto convocare almeno una volta i genitori per casi problematici, il 45% ha fatto ricorso a sospensioni con obbligo di frequenza e il 32% con allontanamento dalle lezioni, l’8,5% ha chiesto un risarcimento economico per danni arrecati alla scuola.
“Noi siamo un’isola felice, ma è indubbio che vi sia una grande fragilità: è mancata la maturazione sociale, chi arriva in prima si comporta come se fosse ancora alle elementari — osserva Antonella Nezzo, preside del liceo Giordano Bruno —. Abbiamo solo uno o due casi di sospensione all’anno, ma ci è capitato di chiedere risarcimenti per una porta dell’armadio di classe rotta o una scopa infilata nel controsoffitto dei bagni”.
La preside Nezzo ha anche deciso di far rispettare il divieto di fumo e ha iniziato a multare i ragazzi: “Peccato che poi arrivino i genitori sostenendo che i figli avevano solo la sigaretta in mano, ma non stavano fumando”.
“Gli studenti non riescono a farne a meno, devono restare sempre connessi: nelle classi più problematiche li ritiriamo all’entrata”, riferisce Annamaria Palmieri, attuale preside del professionale Birago, in passato assessora all’Istruzione di Napoli. “Hanno anche difficoltà di relazione tra loro: dopo essere stati tanto isolati, non riescono a gestire l’aggressività a parole e passano più di frequente allo spintone”.
L’educatore Juri Nervo, presidente di Essere Umani onlus, afferma: “Vero è che si percepisce una tensione generalizzata: i ragazzi hanno più difficoltà a relazionarsi e al contempo una grande sete di essere ascoltati”.
Si avvicina il terzo appuntamento dell’anno di educazione civica che La Tecnica della Scuola dedica agli istituti scolastici (classi dalla terza media al quinto anno delle superiori): Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, consigli pratici su come contrastare un fenomeno in crescita.
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Il prossimo 7 febbraio dalle ore 10:30 alle 12:00, in occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, ci confronteremo insieme sui temi dei diritti, della dignità sociale, dell’uguaglianza, del contrasto ad ogni forma di denigrazione e privazione e della sicurezza in rete, alla luce degli articoli della nostra Costituzione, 2, 3, 9, 15, 28, 30, 33, 34, 38.
Il 7 febbraio si celebra la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, istituita su iniziativa dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. E in questa occasione rimangono sempre più in vista i numeri di un fenomeno che sembra difficile estirpare. Si stima infatti che nel mondo siano 246 milioni i bambini e gli adolescenti vittime di una qualche forma di bullismo.
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