Le scuole hanno il dovere di verificare la temperatura dei loro alunni prima dell’inizio delle lezioni: l’ordinanza firmata ad inizio settembre dal governatore della Regione Piemonte Alberto Cirio è stata confermata dal Tar del Lazio, che ha quindi cassato il ricorso del Governo.
Il presidente del Piemonte aveva imposto agli istituti, lo scorso 9 settembre, di “adoperarsi con ogni mezzo a disposizione al fine di procedere alla misurazione della temperatura corporea agli studenti prima dell’inizio dell’attività didattica”.
“Nel caso in cui per comprovate ragioni di carenza di personale o altre motivazioni oggettive non si riesca a provvedere alla raccomandazione di cui sopra – c’era scritto nell’ordinanza – le scuole di ogni ordine e grado del Piemonte verificano giornalmente l’avvenuta misurazione della temperatura corporea agli alunni da parte delle famiglie”. Quindi, come verifica può essere considerata valida anche la certificazione fornita delle famiglie.
La richiesta di sospensiva d’urgenza, chiesta dai ministri Azzolina e Speranza, era stata già respinta dai giudici amministrativi. Ora è arrivata la conferma del Tar in via definitiva.
I giudici hanno dichiarato “improcedibile” il ricorso del governo perché l’ordinanza regionale è scaduta lo scorso 7 ottobre, accogliendo comunque le motivazioni della Regione, poiché il provvedimento continua per altro ad essere in vigore, dal momento che è stato confermato da due nuove e successive ordinanze, l’ultima firmata il 16 ottobre dal governatore Alberto Cirio.
Di fatto, ricorda oggi la Regione Piemonte, la verifica delle scuole integra e dà più efficacia all’obbligo di ogni famiglia di misurare la temperatura al mattino ai figli prima, così come previsto dalla legge dello Stato, introducendo per gli istituti un controllo in più prima che inizi l’attività didattica, cioè che la misurazione sia veramente stata fatta dalla famiglia.
La verifica da parte della scuola può avvenire attraverso una semplice certificazione o nel modo ritenuto più idoneo.
Nel caso in cui l’alunno non abbia la certificazione della famiglia, allora l’istituto ha l’obbligo di misurargli la temperatura.
“Il Tar aveva già manifestato di aver compreso le nostre motivazioni non accogliendo a settembre la richiesta del Governo di una sospensiva d’urgenza dell’ordinanza – commenta il presidente Cirio -: questa sentenza conferma le nostre ragioni. Il Piemonte ha scelto di introdurre un livello di controllo in più per garantire maggiore sicurezza ai suoi cittadini, alle scuole e alle famiglie, con il pensiero rivolto ai nostri figli ma anche ai nonni, che sono tra i soggetti più vulnerabili di fronte alla pandemia”.
Largo, quindi, alla ordinanza della Regione Piemonte. A questo punto, per raggiungere lo scopo prefissato dalla Regione, ogni scuola dovrà predisporre modalità organizzative avvalendosi alternativamente di modello di autocertificazione; diario scolastico; registro elettronico o altri strumenti digitali.
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