A partire dall’Epifania inizieranno a vedersi gli effetti delle chiusure natalizie dovute all’istituzione della zona rossa, con una riduzione costante dei contagi da Covid, ma la riapertura delle scuole e il ritorno al lavoro ordinario potrebbero purtroppo fare innalzare di nuovo la curva. La previsione è del fisico Giorgio Sestili, fondatore e fra i curatori della pagina Facebook ‘Coronavirus-Dati e analisi scientifiche’, e autore del sito di comunicazione scientifica ‘giorgiosestili.it’, nato come un network di ricercatori, professionisti ed esperti della comunicazione.
Secondo il fisico, sino al 6 gennaio la curva epidemica dovrebbe rimanere stabile, oscillando tra i 10.000 e i 20.000 nuovi casi al giorno: nelle ultime ventiquattr’ore si sono registrati oltre 19 mila casi.
Questo avverrà perché, continua Sestili, “il Dpcm di novembre ha determinato una drastica riduzione dei nuovi casi, ma poi qualcosa ha interrotto questa decrescita: non sappiamo se sia stato lo shopping pre-natalizio o il passaggio delle Regione in zona gialla. Il punto è che non siamo riusciti a portare i contagi sotto la soglia di allarme: l’indice di positività resta alto”.
Nei prossimi giorni, continua il fisico, “è probabile che la stabilizzazione della curva continui, mantenendo i nuovi contagi giornalieri tra 10.000 e 20.000, mentre la curva dei decessi scenderà sotto quota 500 vittime in media al giorno”.
In conclusione, sempre secondo Sesitili, “possiamo aspettarci un’ulteriore diminuzione dei casi, anche se – conclude l’esperto – non sappiamo quanto potrà durare dopo la riapertura di scuole e attività lavorative”.
I timori del fisico sembrano raccolti dall’associazione datoriale Unsic, che da alcuni giorni ha avvito una petizione on line per proseguire con la didattica a distanza nelle scuole superiori anche dopo il 7 gennaio: secondo l’associazione è una necessità se si vuole prevenire o attenuare una terza ondata di contagi che sarebbe più deleteria delle precedenti, soprattutto per la concomitanza con le influenze stagionali, con gli ospedali in sofferenza e con il processo vaccinale.
In un ampio dossier, chiamato “Scuolavirus”, l’associazione scrive che stiamo vivendo “una situazione di reale emergenza, con centinaia di morti ogni giorno, sia preferibile con pragmatismo mettere da parte ogni motivazione ideologica e utilizzare le nuove tecnologie finché vaccini e cure con gli anticorpi monoclonali, previsti a marzo, non cambino gli scenari”.
Nel dossier si legge, quindi, che “la Dad, tra l’altro, presenta anche aspetti positivi, tipo la garanzia della continuità didattica rispetto alle continue quarantene: di questo dobbiamo ringraziare la classe docente che sta facendo un lavoro straordinario, compreso l’aggiornamento tecnologico”.
L’associazione sostiene che “purtroppo, con la drammatica pandemia ancora in corso, è necessario qualche sacrificio per preservare la vita a migliaia di persone. Ogni giustificazione ideologica o i tentativi di chiamare fuori la scuola – e ciò che vi ruota attorno – dalla diffusione dei contagi per tenere aperti gli istituti superiori in presenza (gli unici in cui i ragazzi possono gestirsi autonomamente a casa) sono argomentazioni che non reggono ed è da incoscienti sostenerle rispetto alla possibilità di salvare anche una sola esistenza umana”.
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