Da lunedì 15 marzo scatta la didattica a distanza per gli alunni di 11 Regioni collocate in rosso e in parte anche degli altri colori (tranne la Sardegna che è stata associata al bianco): in pratica, applicando il decreto legge n. 30 del 13 marzo 2021 e la successiva una nota di chiarimento, in 16 Regioni su 20 saranno chiuse quasi tutte le scuole.
I numeri
Si stima che saranno 6 milioni e 875 mila gli studenti che costretti a seguire le lezioni con la modalità della DaD e non potranno recarsi in classe, su un totale di 8 milioni e 506 mila.
Secondo l’agenzia Ansa, che riprende i dati della rivista specializzata Tuttoscuola, saranno otto su dieci (l’81%) rispetto agli 8,5 milioni di alunni iscritti nelle scuole statali e paritarie.
La scorsa settimana erano 5,7 milioni. Saranno quindi ulteriori 1,2 milioni gli alunni che dovranno rimanere a casa.
L’aumento di alunni costretti alla DaD è concentrato soprattutto in tre Regioni: Lazio, Veneto e Piemonte. Il quadro non è omogeneo sul territorio: il virus costringe a casa il 95% degli studenti del Nord e meno di due su tre nel Mezzogiorno. Al Centro ci si attesta sulla media nazionale di 8 su 10.
Nel calcolo, Tuttoscuola ha tenuto conto della chiusura totale delle scuole in alcuni comuni delle regioni (es. Sicilia, Toscana, Umbria) che sono in zona arancione.
Le regioni più interessate da questa chiusura totale e con quantità notevoli di ragazzi a casa sono la Lombardia con 1.401.813 alunni in DAD, la Campania con 944.993, il Lazio con 821.329, il Veneto con 680.096, l’Emilia Romagna con 620.423, la Puglia con 585.344, il Piemonte con 573.231.
Chi si salverà dalla DaD
Si salveranno dalla chiusura totale la Sicilia con 613.691 alunni a scuola, la Val d’Aosta con 15.552 in presenza e la Sardegna con 169.172 alunni.
Momentaneamente si salverà anche la Calabria (dopo un ricorso al Tar) con 233.209. I numeri potrebbero aumentare se i governatori regionali delle zone ancora in arancione disporranno la sospensione delle attività in presenza dove vi siano più di 250 contagi settimanali ogni 100mila abitanti (in quel caso si arriverebbe a 9 alunni su 10 in Dad).
Per ora Toscana e Liguria, pur avendo un indice superiore già dalla scorsa settimana, mantengono più della metà degli studenti in classe. Complessivamente vi saranno 1,6 milioni (19%) di alunni in presenza a scuola e 6,9 (81%) in DAD, con la consueta alternanza del 50% (o fino al 75%) per gli studenti delle superiori nelle poche regioni in cui è consentito. Con riferimento ai diversi settori scolastici, seguiranno le attività didattiche a scuola 372.743 bambini delle scuole dell’infanzia (il 26,8%), 575.915 alunni della primaria (il 22,1%), 365.721 alunni della scuola secondaria di I grado (il 21,3%) e parzialmente in alternanza al 50% 298.156 studenti delle superiori (il 10,7%).
Dilemma alunni disabili e Bes
A salvarsi dalla DaD saranno anche quegli alunni disabili le cui famiglie e con bisogni educativi speciali le cui famiglie dovessero chiedere la loro presenza a scuola.
A ribadirlo è stato, nella serata di venerdì 12 marzo, il ministero dell’Istruzione che ha inviato ai dirigenti scolastici una Nota operativa (la n. 662) per chiarire alcuni aspetti relativi al Dpcm dello scorso 2 marzo 2021.
Sentito anche l’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità, i dirigenti scolastici del MI hanno specificato che pure nelle zone rosse gli alunni disabili e con bisogni educativi speciali avranno comunque la possibilità di attuare l’attività in presenza.