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Covid, mentre le scuole valutano gli orari scaglionati le Regioni impongono la Dad

Mentre le scuole superiori si stanno interrogando – con le convocazioni d’urgenza degli organi collegiali, le consultazioni delle Asl e degli enti locali – per verificare se rientrano in quei casi critici che portano al ricorso degli orari scaglionati previsti dal Dpcm del 18 ottobre, alcune Regioni, alle prese con un preoccupante innalzamento di casi positivi al Covid, rompono gli indugi e impongono la didattica distanza (ribattezzata “didattica integrata digitale”): Lombardia e Piemonte (con 1.155 casi positivi in un solo mese), dove mezzi di trasporto nelle ore di punte trasbordano di passeggeri, approvano delle delibere con cui chiedono alle scuole secondarie di secondo grado di utilizzare la didattica on line da casa per la metà dell’orario settimanale.

In Liguria il governatore Giovanni Toti ha già fatto sapere che la didattica a distanza partirà lunedì 26 ottobre, sempre per la metà delle ore di lezione delle superiori.

Anche la città di Bergamo il sindaco Giorgio Gori ha anticipato che a breve la didattica a distanza sarà portata al 50%.

“Vedremo con l’agenzia di trasporto pubblico se sarà poi necessario anche aumentare l’offerta dei bus, che già oggi è superiore del 20%”, ha spiegato il primo cittadino bergamasco.

Emiliano scrive ad Azzolina

Anche altre regioni si stanno muovendo in questa direzione. Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha inviato al ministero dell’Istruzione una lettera in cui chiede di “adottare immediatamente” forme “flessibili di attività didattica nelle scuole superiori” altrimenti saranno messi in atto a livello locale “provvedimenti emergenziali”. Il presidente evidenzia il rischio di diffusione del contagio all’aumento dell’utilizzo dei mezzi pubblici in concomitanza dell’apertura delle scuole. E fa notare che al fine di evitare dannosi affollamenti sussisterebbero le condizioni di un apposito provvedimento emergenziale.

Nella lettera Emiliano spiega che “in considerazione dell’attuale andamento della situazione epidemiologica in Puglia, del particolare rischio di diffusione del contagio e delle situazioni critiche evidenziate dal dipartimento della Salute della Regione, correlate al notevole aumento dell’utilizzo dei mezzi pubblici in concomitanza con l’apertura delle scuole, segnalo l’urgenza di adottare forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, come previsto dal dpcm 18 ottobre 2020 (rimodulazione orari ingresso e uscita, didattica integrata digitale, turni pomeridiani), da presentare nel corso della prima riunione utile del coordinamento regionale e locale previsto dal cd. “Piano scuola”, adottato con D.M. 26 giugno 2020, n. 39″.

“In ogni caso, al fine di evitare picchi di utilizzo del trasporto pubblico collettivo e dannosi affollamenti – fa notare Emiliano – sussisterebbero condizioni oggettive per l’adozione di apposito provvedimento emergenziale, ove detti provvedimenti non fossero adottati con immediatezza dagli istituti scolastici”.

In Sardegna basta con i viaggiatori in piedi

Anche altre regioni si stanno adeguando. Come la Sardegna, dove ci si aspetta che la Regione segnali eventuali criticità tali da far scattare orari di ingresso e uscita differenziati. Ma si pensa anche all’incremento di mezzi e corse al servizio delle scuole. Come è accaduto in Emilia Romagna, dove sono stati incrementati i mezzi pubblici con ben 120 vetture.

Sempre in Sardegna, l’Arst, che svolge i collegamenti extraurbani per la Regione, ha individuato alcune direttrici sulle quali agire inserendo il secondo autobus negli stessi orari: è il caso di Iglesias, nel Sulcis, Senorbì, nel Sud Sardegna, e nelle province di Oristano e Sassari.

“Sono circa 30 le corse che possono partire da subito, alcune già questo fine settimana, su circa un centinaio individuate – spiega all’Ansa il direttore dell’Arst Carlo Poledrini – l’obiettivo è cercare di evitare quelle situazioni nelle quali i viaggiatori stanno in piedi e che danno la percezione di sovraffollamento”.

E si va verso l’implementazione dei servizi anche nell’area metropolitana di Cagliari con il Ctm, che serve gli otto comuni della cinta del capoluogo. L’azienda, dopo un confronto con il sindaco Paolo Truzzu e i presidi, ha deciso di inserire dei “supplementi” nelle corse dedicate a cinque istituti: Liceo Peretti, Liceo di Quartu, Agrario, Alberghiero e Scano di Monserrato.

Alessandro Giuliani

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