Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, all’Assemblea dell’Anci, si esprime con grande prudenza sul Natale nell’anno del Covid: “Una settimana di socialità scatenata significherebbe pagare a gennaio un innalzamento brusco della curva, in termini di decessi, stress sulle terapie intensive. Non ce lo possiamo permettere.”
D’altra parte il Premier mostra anche delle aperture, nel rispetto delle regole che ci siamo dati per affrontare l’epidemia da Covid-19. Ecco cosa dice su negozi e cenoni.
Negozi
L’aspetto particolarmente incoraggiante riguarda la possibilità che i negozi restino aperti, permettendo quel respiro economico che il Natale è in grado di offrire ai commercianti e di riflesso al Paese stesso. Ma dipenderà dai dati epidemiologici dei singoli territori. In altre parole potranno esserci comuni aperti e comuni con misure più restrittive. Non un Natale unico e uguale per tutti, ma un Natale diverso per ogni comunità, dunque.
Lo ha ribadito anche il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia all’assemblea Anci: “E’ già previsto che ci possa essere una differenziazione. Quelle regioni che sono state rosse, possono e potranno allentare le misure in alcune province.”
Una questione legata anche ai 21 parametri. Infatti, stabilito che fino al 3 dicembre i parametri per l’assegnazione delle regioni alle aree di rischio rimangono gli stessi 21 su cui abbiamo ampiamente discusso, il Premier non esclude che questi criteri possano essere ridotti, a partire dalle sollecitazioni delle regioni, che si confronteranno nei prossimi giorni con l’Istituto Superiore di Sanità.
Scambio regali
Quanto allo scambio dei regali, sempre nell’ottica di rimettere in piedi l’economia, questo momento di socialità probabilmente sarà concesso, seppure in una formula moderata e secondo le regole di comportamento che abbiamo imparato: la triade distanziamento, mascherine, igiene delle mani non dovrà mai venire meno.
Cenoni
Per il resto, qualunque sia la condizione epidemiologica dei singoli territori, non saranno tollerati assembramenti tali che si possano rimettere in discussione i progressi compiuti. Il Natale sarà sobrio, senza feste allargate.
Del resto, il Ministro della Salute Roberto Speranza, ha dichiarato: “Nessuno sottovaluti la serietà della situazione. La pressione sulle strutture sanitarie è molto alta. Non si può assolutamente scambiare qualche primissimo e ancora insufficiente segnale incoraggiante in uno scampato pericolo”.