Ancora un record di contagi per Coronavirus in Italia: i dati ufficiali emessi dal ministero della Salute nelle ultime 24 ore indicano 16.079 nuovi casi, quasi mille positivi più di ieri. Preoccupa il fatto che ci sono stati circa 7.500 tamponi in meno (170.392 contro 177.848) e che aumentano il numero delle vittime: 136 in un giorno, mentre ieri erano 127, per un totale che è arrivato a 36.968.
Anche in Sicilia schizza verso l’alto il numero dei positivi al Covid, sfiorando quota 800: in pochi giorni sono pressoché raddoppiati. Solo a Palermo e provincia i nuovi positivi sono 351. Il dato complessivo nell’isola è di 796 su 7.732 tamponi, oltre il 10% con una crescita dei ricoveri in terapia intensiva (89).
In ambito scolastico le regioni stanno imponendo, con ordinanze d’urgenza, la didattica distanza rivolta ad almeno per il 50% degli studenti delle superiori: dopo Lombardia, Piemonte, Liguria, Lazio e Basilicata, oggi si è aggiunta la Puglia.
Una circostanza che rischia di rendere già superato, dopi pochissimi giorni, il Dpcm approvato domenica scorsa, con effetti pratici per le scuole a partire dal 21 ottobre.
Ora, per capire se è possibile evitare troppa disomogeneità nell’adozione della Dad, una nuova riunione tra governo e Regioni dovrebbe tenersi venerdì 23 ottobre.
A breve, il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia dovrebbe convocarla.
“Bene il raccordo con Salute – ha detto il ministro durante la riunione odierna: – alcune ordinanze, su scuola e trasporti, possono essere un modello condiviso, per esempio sulla Dad, come nel caso del Lazio, Piemonte e Basilicata”.
Nel frattempo, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha deciso di scrivere ad alcuni governatori: prima lo ha fatto con Attilio Fontana, capo della Regione Lombardia; poi è stata la volta del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che una settimana fa ha ordinato la chiusura di tutte le scuole (salvo tornare sui suoi passi con gli alunni più piccoli e disabili).
E’ stata prevista dall’ultimo Dpcm, ha scritto la ministra,” l’adozione di ampie forme di flessibilità organizzativa” per le superiori “comprese turnazioni pomeridiane e la modulazione degli orari di ingresso non prima delle 9 del mattino”; mentre riguardo alla scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione “auspico che si riesca a consentire sollecitamente la ripresa dello svolgimento in presenza dell’attività didattica”, adeguando le disposizioni già emanate al dictum del Dpcm per le istituzioni scolastiche secondarie”.
Per Azzolina “è imprescindibile proseguire, insieme, nello svolgimento delle riunioni di coordinamento regionale e locale previste nel Documento di pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative, il cosiddetto Piano Scuola. Ciò consentirà di individuare le azioni più opportune da intraprendere, in linea con quanto stabilito dal Dpcm”.
“Vanno garantite, credo concorderemo – ha continuato la ministra – le necessarie tutele per assicurare il diritto allo studio degli alunni con disabilità, con disturbi specifici per l’apprendimento e con altri bisogni educativi speciali”.
A rispondere alla titolare del MI è stato il presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini: “Ci siamo battuti tutti per il ritorno a scuola in presenza, anche se qualcuno propose la didattica mista” in forma permanente, ha detto durante ‘Oggi è un altro giorno” su Rai1, “io sono per la scuola in presenza ma viviamo nel mondo reale, non ideale”.
Bonaccini ha aggiunto: “i presidenti di Regione hanno potestà fin dal febbraio scorso di prendere decisioni più restrittive rispetto ai Dpcm, lo prevede lo stesso Governo”, “abbiamo l’aumento di contagi, dobbiamo trovare le migliori soluzioni possibili”.
La scelta della Dad, però, non sembra piacere ai Comuni. Dopo il dissenso espresso dal sindaco di Milano Giuseppe Sala, è arrivata la bocciatura di Paolo Limonta, assessore all’edilizia scolastica del Comune meneghino e maestro in una scuola primaria della città.
“La scelta di far restare a casa le ragazze e i ragazzi delle superiori da lunedì è una scelta profondamente sbagliata”, ha scritto su Facebook.
La Dad per Limonta “offende” i ragazzi “e tutti quelli che da molto prima del 14 settembre hanno lavorato per organizzare il rientro a scuola in sicurezza. La Didattica a Distanza non può sostituire la scuola in presenza e i danni che stiamo facendo ai nostri ragazzi saranno difficilmente recuperabili”.
Limonta racconta di aver ricevuto da un ex alunno un messaggio con scritto “Non è giusto!”.
Anche la capogruppo M5S alla Regione Lazio Roberta Lombardi si dice perplessa sul ritorno alla didattica da casa.
“Il coprifuoco nel Lazio? Se si arriva a queste limitazioni non è per capriccio ma perché si sono viste delle attività serali, come quelle legate alla movida. Mi preoccupa soprattutto la didattica a distanza, perché le scuole non sono adeguatamente attrezzate”.
“A scuola, poi i tassi di contagio sono bassissimi, pensiamo piuttosto a potenziare i mezzi pubblici”, ha detto la grillina a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora.
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