In vista del rientro generalizzato tra i banchi, confermato dal premier Mario Draghi e bene accolto dal ministro Patrizio Bianchi, i genitori sono preoccupati per i figli a scuola più per la mancanza di pulizia dei locali scolastici, in particolare per i servizi igienici, che per il bullismo attuato dai compagni o per il loro scarso rendimento. Il timore sarebbe aumentato per via dei contagi da Covid-19. A rivelarlo è stata una ricerca voluta dalla multinazionale svedese Essity e condotta da AstraRicerche.
Secondo il 15,2% dei genitori intervistati il livello di pulizia è attualmente il primo fattore di scelta della scuola (persino prima degli aspetti didattici), tanto che il 59,5% pensa che gli standard igienici debbano diventare un argomento da presentare durante gli ‘open days’.
Per i genitori, la pulizia degli ambienti scolastici, e di alcuni spazi in particolare, non dovrebbe mai essere sottovalutata.
Secondo le famiglie, i locali igienici (spesso vecchi e perennemente bisognosi di assistenza) sono i luoghi reputati più a rischio per la salute.
La preoccupazione maggiore è infatti proprio per i bagni (per il 51,1% al primo posto e per il 90,3% tra i primi tre), seguiti delle aule (per il 32,9% al primo posto e per l’86,8% tra i primi tre).
Tra le attrezzature anti-Covid, i genitori vorrebbero trovare nelle scuole dispenser di gel igienizzante e più personale addetto alla pulizia.
Se il 46,4% degli intervistati è molto favorevole alla collaborazione delle famiglie nel migliorare i livelli di igiene all’interno della scuola, sempre secondo le famiglie tra le figure preposte al controllo di igiene e pulizia ci dovrebbe essere il personale scolastico: in primis il capo d’istituto (54,9%), seguito dagli operatori scolastici per il 43% e dai docenti per il 33,3%.
Secondo il 51,9% dovrebbe essere la ASL ad occuparsi di tali controlli, mentre il 45,9% pensa ad una commissione composta da personale scolastico e genitori.
Non è la prima volta che emergono preoccupazioni di questo genere da parte delle famiglie. Due anni e mezzo fa, nel settembre del 2018, dalla ricerca “Hygiene and Health Report 2018-2019” condotta da Essity, risultò che l’Italia era collocata tra i Paesi in cui le preoccupazioni legate alle condizioni igieniche nelle scuole, e nei posti di lavoro, sono più forti.
In quell’occasione, il 52% del campione intervistato affermò di di essere “spesso” (40%) – o addirittura, “sempre” (12% del campione) – preoccupato che i propri figli possano ammalarsi, a causa di ambienti igienicamente non idonei.
Anche in quell’occasione, i genitori puntarono il dito sulle toilette degli istituti: il 51% del campione italiano, composto da genitori di figli in età scolare, affermò che i figli tendono a usare i bagni scolastici solo se strettamente necessario. Di questi, l’11% raccontò che i figli non li usano addirittura mai.
Tra i motivi della rinuncia emersero il disordine e le condizioni igieniche non ottimali (il 52%): per il 47% a scoraggiare l’uso dei bagni era la mancanza di prodotti necessari quali sapone e/o carta igienica. Prodotti che in piena pandemia non sono più nemmeno sufficienti.
Infine, anche in Francia e Germania il 20% dei genitori intervistati affermò che i propri figli preferiscono non usare le toilette dei loro istituti.
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