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Covid, per Renzi con due positivi in classe lezioni sempre in presenza: in dad alunni e genitori “esplodono di testa”. Dubbi dal prof Ricciardi

Diventa sempre più consistente la parte della maggioranza che vorrebbe mutare le regole che stabiliscono la quarantena nelle classi: dopo le esternazioni del sottosegretario alla Salute Andrea Costa, secondo il quale per gli alunni over 12 “si può semplificare e fare delle differenziazioni per garantire la didattica in presenza non mandando la classe in Dad di fronte a due positivi”, anche il leader di Italia viva, Matteo Renzi, ha rilasciato parole simili. Anzi, l’ex premier sembra volere allargare la norma anche per gli under 12.

“Sulla scuola siamo stati dalla parte di Draghi contro i De Luca che volevano chiuderle – ha detto Renzi parlando su Radio Leopolda – , ma sulle scuole dei più piccoli ci sono regole complicate, molti bambini sono vaccinati, non puoi metterli in Dad o in quarantena per uno o due casi. I bambini esplodono di testa, ed esplodono i babbi e le mamme”.

Renzi: c’è catastrofismo mediatico

“Dobbiamo fare un po’ di pressione perché la Dad sia l’estrema ratio – ha aggiunto Renzi – : i numeri non sono quelli che dava De Luca, si è fatto catastrofismo mediatico. Ora bisogna ridurre le Dad dei ragazzi più piccoli. Iniziamo a dire che con i vaccini si torna a vivere”.

Dalla politica continua a non giungere alcun riferimento, invece, sulle condizioni (in gran parte immutate rispetto ad inizio pandemia) in cui si è tornati in classe.

Ricciardi: scuole aperte, ma a certe condizioni

A parlare di questi aspetti è stato invece Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza per l’emergenza Covid e professore di Igiene all’Università Cattolica di Roma: intervenuto ad Agorà, su Rai Tre, Ricciardi ha tenuto a dire che “la scuola deve rimanere aperta” ma bisogna “rafforzare la fornitura di mascherine sicure (quindi Ffp2 ndr) e la gestione dell’areazione all’interno delle classi”, perché “quando questo viene fatto il rischi di contagio è minimo ma, nella stragrande maggioranza delle scuole non è stato fatto”.

L’esperto ha quindi ricordato che nel Nord Europa “quasi tutte le classi hanno sistemi per rilevare l’anidride carbonica che avverte quando l’aria nell’ambiente è satura e bisogna aprire le finestre: da noi ci sono scuole private in cui ci sono, ma quelle pubbliche non sono state supportate con investimenti adeguati”.

Il rischio delle difformità

In conclusione, secondo Ricciardi “sulla ventilazione e i rilevatori non ci sono indicazioni cogenti ma sono state realizzate a macchia di leopardo: dove c’è il dirigente volenteroso è stato fatto, altrimenti no”.

“Questo determina una grande asimmetria non solo tra Nord e Sud ma anche nella stessa regione”, ha detto ancora il consulente del dicastero della Salute.

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Alessandro Giuliani

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