La Fda ha dato il via libera al vaccino anti-Covid della Pfizer per i bambini fra i 5 e gli 11 anni, ma il Governo italiano non ha alcuna intenzione di rendere obbligatorio il vaccino contro il Covid-19: a confermarlo è stato, il 4 novembre, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.
Intervistato da Radio Cusano Campus, il sottosegretario ha detto che “non c’è nessuna idea di obbligatorietà del vaccino, non stiamo lavorando assolutamente a questo né nella fascia pediatrica né nella fascia adulta, questo lo sottolineo”.
Certamente, ha sottolineato Sileri, “l’approvazione di vaccini per l’età pediatrica è un ausilio in più e un passo avanti per la protezione di comunità e il fatto che paesi come Usa e Cina portino avanti la vaccinazione ai più piccoli, consentirà una notevole riduzione della circolazione del virus in quell’età”. Ma questo non significa che scatterà alcun obbligo vaccinale.
Sull’eventuale futura necessità del vaccino ai bambini dai 5 anni in su per andare a scuola Sileri ha affermato: “Al momento non farei fughe in avanti, perché in Italia ancora non è disponibile per questa fascia di età e perché l’obbligo non è previsto nemmeno per la fascia di età dai 12 anni in su. E non vedo all’orizzonte nemmeno un obbligo vaccinale”, ha ribadito Sileri.
Per il medico grillino, confermato nel Governo Draghi, il vaccino per i bambini rappresenta ad oggi “solo un’opzione in più per evitare la circolazione del virus”.
Sileri ha anche fatto il punto sulle vaccinazioni fatte dagli italiani e si è detto preoccupato per gli adulti che continuano a rifiutarle.
Ad aver avuto somministrata la terza dose di vaccino, ha ricordato, “sono circa 1,8 milioni di persone pari al 30% della platea, ma sono passati 6-7 mesi dalla seconda dose, il che significa che questa popolazione è ancora sostanzialmente protetta. A chi me lo chiede, io consiglio la terza dose sopra i 60 anni ma sono più preoccupato da quei 2,7 milioni di over 50 senza prima dose”.
La terza dose, ha aggiunto, “è utile per avere una protezione in più ma chi è vaccinato è già protetto. Viceversa chi non ha fatto la prima dose ha molte chance di prendere il virus e, se ha più di 50 anni, di avere conseguenze più severe. Serve un’azione comunicativa più forte”.
Durante l’intervento, il sottosegretario ha anche parlato della situazione a Trieste, dove c’è stato un significativo aumento di casi: “c’è una base di riluttanza nei confronti del vaccino e – ha sottolineato Sileri – se hai meno vaccinati e meno Green Pass hai anche più focolai. Spesso a pesare è anche il passaparola, che porta ad avere più sfiducia e ad avere più persone che, a forza di sentirla ripetere, aderiscono ad un’idea sbagliata”.
Ad esempio, ha aggiunto, “l’affermazione che il vaccino sia sperimentale è una fake news ma, a forza di ripeterla alla fine la gente ci crede e con il passaparola si consolida un’idea, che diventa una semi realtà”, e spesso questo avviene anche all’interno delle famiglie.
“Io – aggiunge – avrei paura del contrario. Guardate in Germania, dove salgono casi e morti e non dico la quasi totalità, ma quasi, sono non vaccinati”.
Il fatto che il vaccino funzioni “è dimostrato dai fatti” e, ha concluso Sileri, “da medico è un vero dispiacere vedere persone no vax intubate e leggere nei loro occhi il rimpianto di non aver fatto qualcosa che avrebbero potuto fare per non trovarsi in quelle condizioni”.
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