L'ex premier Giuseppe Conte, oggi leader in pectore del M5s
“Nell’ambito della scuola le cose vanno abbastanza bene, lo diciamo incrociando le dita mentre l’evoluzione peggiore è nell’ambito delle relazioni amicali e familiari”: così si è espresso il premier Giuseppe Conte nel corso di una conferenza stampa palazzo Chigi, a poche ore dalla sottoscrizione, assieme al ministro della Salute Roberto Speranza, del nuovo Dpcm incentrato sulle misure anti-covid, con alcune indicazioni specifiche per la scuola. Parole che giungono in contemporanea ai dati ufficiali sui contagi riscontrati nelle ultime 24 ore: ben 5.901 casi positivi.
“Dalle verifiche nell’ambito della scuola – ha detto il presidente del Consiglio – le condizioni di sicurezza si stanno rivelando efficaci anche per la responsabilità dei docenti, del personale e dei nostri ragazzi”.
Nei nostri istituti scolastici, ha proseguito il capo del governo, “non si creano generalmente focolai di diffusione del contagio. Ma dobbiamo stare attenti a tutto quello che ruota attorno alla scuola. Faremo di tutto per proseguire in questa direzione”.
Conte ha spiegato anche i motivi per i quali è stato detto ‘no’ ad alcuni governatori, come Luca Zaia del Veneto, sul ritorno alla didattica da remoto.
“Non c’erano e non ci sono ora presupposti per la didattica a distanza“, ha spiegato il premier.
“Per la scuola abbiamo fatto tanti sacrifici in termini di investimento di risorse e impegno per consentire ai ragazzi di tornare a scuola in condizioni di sicurezza perché in una situazione di difficoltà abbiamo pensato che la scuola deve essere un asset privilegiato da tutelare. Continueremo a farlo”.
Conte ha infine detto che il Governo ha la ferma intenzione di volere “scongiurare un lookdown generalizzato, dobbiamo rispettare le regole e muoverci in modo fiducioso”.
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