Natale all’insegna dei contagi che crescono in tutta Italia. Si parla di un record di oltre 50mila casi con riferimento soprattutto tra i giovani. Dice infatti Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità e portavoce del Cts: “Negli ultimi sette giorni le fasce d’età più giovani sono quelle maggiormente colpite dalla circolazione del virus” e poi “a scalare ci sono le fasce dai 20 ai 29 anni e a seguire dai 30 ai 49 anni che crescono in maniera significativa. Negli ultimi giorni c’è una netta crescita dei nuovi casi e infatti l’incidenza settimanale è salita a 351 casi per 100mila abitanti. La trasmissibilità, stimata attraverso il valore di Rt, rimane sopra il valore di 1, sia per quanto riguarda i pazienti sintomatici che le ospedalizzazioni e questo è un segnale forte di incremento della circolazione del virus”.
Intanto si pure strada l’ipotesi zona gialla che, in prospettiva, potrebbe riguardare tutto il Paese a causa della complicità della variante Omicron.
Questo significa che in ogni regione si potrebbe prospettare il rischio di aumento di ricoveri. La mappa del paese, stilata nel rapporto dell’Iss, offre un panorama eloquente: Lombardia e Valle d’Aosta sono a rischio alto, 18 regioni sono a rischio moderato e solo la Provincia autonoma di Bolzano a rischio basso. Delle 18 regioni a rischio moderato, 5 sono ad alta probabilità di progredire verso l’alto: Calabria, Marche, provincia autonoma di Trento, Puglia e Sicilia.
La variante Omicron, come è noto, in Italia rappresenta almeno il 28% delle nuove infezioni, con una diffusione non omogenea sul territorio nazionale, così come si legge dal report settimanale sul monitoraggio Covid: “Da 9 settimane consecutive si registra un aumento rapido e generalizzato del numero di nuovi casi di infezione. Si segnalano criticità nel tracciamento in diverse Regioni italiane”.
Intanto gli esperti invocano “una più elevata copertura vaccinale, in tutte le fasce di età, anche quella 5-11 anni, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali”.
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