Mentre in Italia i contagiati tornano salire, collocandosi a quasi 38 mila nelle ultime ventiquattr’ore, con un preoccupante incremento di ricoveri e ben 638 decessi, si riaccende la diatriba tra il governatore della Puglia e il ministero dell’Istruzione. A far tornare in auge la questione è stato lo stesso Michele Emiliano, che tramite l’avvocatura regionale ha chiesto di “essere ascoltato in sede di interrogatorio libero” nell’udienza dinanzi al Tar Puglia fissata per il 18 novembre. Si tratta dell’udienza nella quale si valuterà la sospensione dell’ordinanza con cui la Regione, da fine ottobre, per via del coronavirus ha interrotto le lezioni in presenza in tutte le scuole, tranne in quella per l’infanzia.
Nella richiesta di audizione del presidente Emiliano, trasmessa al Tar dall’Avvocatura regionale, si spiega che “tanto viene chiesto attesa l’estrema delicatezza della questione trattata”. “Sostanzialmente – è spiegato nell’istanza – i chiarimenti che il giudice amministrativo può sempre chiedere alle parti, anche d’ufficio, possono essere assimilati all’interrogatorio libero”. Altra ragione a fondamento della istanza è quella di “consentire di rappresentare elementi e dati rilevanti ma ancora in via di recepimento in documenti”, per assicurare “la completezza dell’istruttoria prima dell’adozione del provvedimento cautelare”.
Accogliendo l’istanza del Codacons Lecce e di alcuni genitori di alunni di scuola primaria, che ha visto anche la costituzione del ministero dell’Istruzione, il Tar ha già sospeso d’urgenza l’ordinanza della Regione, rinviando la discussione proprio al 18 novembre.
Dopo la decisione del Tar che ha sospeso d’urgenza l’ordinanza, la giunta pugliese ne ha emanata un’altra con la quale ha recepito il provvedimento dei giudici amministrativi, lasciando però alle famiglie la possibilità di scegliere tra la didattica in presenza e la DaD.
Il Tar Puglia ha già fatto sapere che “il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, potrà essere sentito in camera di consiglio il 18 ottobre, sempreché il collegio ammetta l’interrogatorio libero”.
Il Tribunale amministrativo, dunque, si è riservato di decidere in udienza sulla ammissibilità della istanza di audizione, spiegando che Emiliano “potrà partecipare alla video-conferenza insieme agli avvocati della Regione, ma dovrà attendere di essere chiamato dopo che il collegio, sentite tutte le parti, avrà deciso di ammetterne l’audizione”.
Sempre sul tema dell’opportunità di mettere in atto la DaD, nella mattinata si era espresso il professore Pierluigi Lopalco, assessore in pectore alla Sanità della Regione Puglia: durante un confronto – in diretta Facebook – con Franco Busto, segretario generale Uil Puglia, l’assessore ha detto di non riuscire “a comprendere il livello di scontro che si è creato sul tema” della scuola.
Secondo Lopalco c’è stata una “posizione molto ideologica sul tenerle aperte. Prima si interviene – ha proseguito Lopalco – e più efficaci sono le misure. Se si fosse intervenuto subito, magari posticipando le aperture di un mese, è probabile che avremmo avuto un rallentamento dei contagi”.
“I contagi – ha rilevato – sono principalmente intra-familiari e la scuola è un aggregatore sociale impressionante: in Puglia su 4 milioni di abitanti abbiamo 500 mila studenti, significa che in ogni famiglia c’è un contatto con la scuola. Forse il contagio non avviene tra i banchi, ma può avvenire all’ingresso, all’uscita”, ha concluso l’assessore.
Intanto, continua la mobilitazione del Comitato “Priorità alla Scuola” per mantenere invece la didattica in presenza, anche alle superiori e nelle seconde e terze classi delle medie nei territori “rossi”.
“La DaD – dicono dal Comitato – allontana migliaia di studenti dalla scuola, dall’apprendimento e dalla socialità, anche qualora le istituzioni scolastiche garantiscano la fornitura di strumenti informatici e connessioni, sono ancora almeno 300 mila gli studenti senza pc o connessione”.
Anche su ispirazione dell’esperienza dei “Fridays for Future”, Priorità alla Scuola ha lanciato per venerdì 13 novembre il flash mob “Schools for future”, con protagonisti gli studenti, che seduti davanti al proprio istituto scolastico seguiranno le lezioni in Dad.
Una iniziativa che ripercorre quella delle due 12enni della scuola media ‘Italo Calvino’ di Torino, Anita e Lisa, che da giorni si siedono fuori dall’istituto e con libri, quaderni e tablet studiano provando a mantenere ciò che era la loro quotidianità.
Gli studenti sono stati invitati a pubblicare sui social media le foto della loro protesta con l’hashtag #LaScuolaNonSiChiude e a taggare @prioritaallascuola.
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