Attualità

Covid scuola. 1 milione di alunni 12-19 anni senza vaccino. Il rapporto Gimbe

Sul fronte della lotta al Covid crescono i nuovi vaccinati, specie in relazione all’introduzione del green pass rinforzato in determinate circostanze e all’estensione dell’obbligo vaccinale anche all’ambito scolastico, provvedimento – lo ricordiamo – entrato in vigore da ieri 15 dicembre.

Il rapporto Gimbe

Nella settimana 6-12 dicembre, le prime dosi sono salite a 236.606 (+5,8%) rispetto alle 223.116 della settimana precedente. Sono tuttavia ancora quasi 6,4 milioni le persone senza nemmeno una dose di vaccino anti-Covid, tra cui preoccupano da un lato i 2,45 milioni di over 50 a elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione; dall’altro i giovani di fascia 12-19 anni, tra i quali 1,02 milioni non sono vaccinati e contribuiscono alla circolazione del virus nelle scuole. Dati che vengono rilevati dalla Fondazione Gimbe.

Al 15 dicembre, l’80,5% della popolazione (47.696.102) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+218.456 rispetto alla settimana precedente) e il 77,6% (45.975.355) ha completato il ciclo vaccinale (+144.773 rispetto alla settimana precedente). In aumento nella settimana 6-12 dicembre il numero di somministrazioni (3.272.324); crescono dell’8,8% le terze dosi (2.903.412) e del 5,8% i nuovi vaccinati (236.606).

Contagi

Quanto ai dati sui contagi, sempre la fondazione di cui è presidente Nino Cartabellotta, attraverso il nuovo rapporto ci fa sapere che nella settimana tra l’8 e il 14 dicembre assistiamo a un aumento dei casi del 17,8% (siamo a 124.568 casi, contro i 105.771 della settimana precedente) e parallelamente si rileva una crescita dei decessi (663 negli ultimi 7 giorni) del 18,8% e dei ricoveri in terapia intensiva, dell’11,2% (863 di ora contro i 776 della settimana precedente).

Le dichiarazioni del sottosegretario Sileri

L’Italia combatte il virus a suo modo e nel farlo qualche volta fa scuola. “Il tampone in entrata” per chi arriva in Italia dagli altri Paesi Ue “è una garanzia, dunque è giusto averlo messo. Si parla tanto di dittatura sanitaria, ma il vero dittatore è il virus. Ognuno fa le sue strategie – dichiara il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ai microfoni di Radio Cusano Campus – e bisogna copiare quelle migliori. Una delle strategie migliori negli ultimi 4 mesi è quella dell’Italia e gli altri Paesi ci stanno copiando. La Gran Bretagna ora è invasa dalla variante Omicron, ciò che accadrà lì sarà per noi una lezione per attuare altre misure contro l’unico vero dittatore che è il virus”.

“L’Italia – ha ricordato Sileri – ha una situazione migliore rispetto a quella di altri Paesi d’Europa. I casi salgono e continueranno a salire, la variante Omicron si diffonderà, pensare di poterla bloccare è impossibile, il nostro compito – ha chiarito il sottosegretario – è cercare di rallentarne il più possibile la diffusione del nostro Paese. Questa variante purtroppo coincide con le festività come purtroppo anche quella dell’anno scorso”.

Le dichiarazioni di Matteo Bassetti

Il direttore della Clinica di malattie infettive all’ospedale Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, si scaglia contro i cattivi maestri no vax che salgono sui palchi delle manifestazioni: “L’atteggiamento che vediamo da parte dei cattivi maestri, dietro ai quali poi vanno altre persone, è un atteggiamento ideologico – ha spiegato -. Ma oggi, nei confronti della vaccinazione di massa e per alcune categorie, non bisogna avere un atteggiamento ideologico. Bisogna avere un atteggiamento oggettivo”.

E argomenta: “Oggettivamente i vaccini hanno avuto un beneficio sui contagi e sui ricoveri in ospedale? Basta guardare i numeri del 2020 e guardare quelli del 2021. Purtroppo per colpa di questi cattivi maestri c’è gente che muore“. Quindi racconta: “Nel mio ospedale nell’ultima settimana sono morti due ragazzi giovani che non si erano vaccinati, che sono finiti in rianimazione e poi sono stati sottoposti a una macchina che si chiama Ecmo”.

Queste persone dovrebbero raccontare che non sono i vaccini a uccidere, ma il virus“.

Carla Virzì

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