Dopo qualche settimana di inizio scuola, si comincia a fare i conti con i contagi da Covid-19 tra i più giovani. Nonostante il numero dei casi in confronto all’anno scorso sia inferiore, a preoccupare gli esperti è la velocità con il quale il tasso di incidenza sia aumentato.
Stando a quanto riportano i dati di Open Salute Lazio, per gli studenti della fascia 6-10 anni il tasso d’incidenza è quasi raddoppiato: dopo l’inizio delle lezioni il tasso è passato da 9,8 con 261 positivi a 17,3 con 460 casi. Stessa cosa anche per le altre fasce d’età: per i ragazzi della scuola secondaria di primo grado, 11-13 anni, l’incidenza è passata da 12,6 dei giorni precedenti alla riapertura delle scuole al 17,4 nei giorni compresi tra il 12 e il 18 settembre. Tra gli studenti delle superiori si contano 353 positivi, un centinaio in più rispetto alla settimana prima del riavvio delle lezioni.
A questi dati si aggiungono quelli della Fondazione Gimbe, il cui presidente, Nino Cartabellotta, ha dichiarato: “I dati indicano segnali di ripresa della circolazione virale da monitorare con attenzione”.
Secondo quanto dichiarato a Repubblica, Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio, ha affermato: “Ci stiamo attenendo a una circolare del ministero della Sanità del 30 marzo 2022, ancora in vigore, che obbliga all’autosorveglianza i contatti stretti di un caso positivo accertato. Così per noi in una classe sono tutti contatti stretti e in questi giorni sono diversi i dirigenti che stanno disponendo l’utilizzo delle mascherine per dieci giorni. Ma per le scuole non c’è un’indicazione precisa in tal senso, anche se servirebbe. E pertanto le Ffp2 quest’anno sono a carico dei genitori. In alcuni istituti si contano anche 10/15 positivi, tra studenti e personale”.