“Il Governo ha irresponsabilmente eliminato l’indicazione del distanziamento e ridotto le misure di sicurezza nelle scuole. Inevitabili così nuove chiusure delle scuole e la didattica a distanza,” è un’osservazione della segretaria generale Snals Elvira Serafini.
Parole di protesta che si sommano a quelle relative al Pnrr che per la scuola, prevedrebbe solo interventi strutturali senza azioni concrete per l’incremento stabile degli organici. Una scelta che rende impossibile – afferma la segretaria Snals – ridurre il sovraffollamento delle classi, causa principale di rischio del contagio.
Queste le principali ragioni che hanno portato lo Snals-Confsal a interrompere le relazioni sindacali e a proclamare lo stato di mobilitazione del personale della scuola.
Una mobilitazione alla quale sono quasi tutte le sigle sindacali ad aderire.
Le sigle FLC CGIL, UIL SCUOLA RUA, SNALS CONFSAL E GILDA UNAMS polemicamente dichiarano: chiediamo risorse e riceviamo tavoli.
E al Governo chiedono:
Anche i dirigenti si preparano allo sciopero. “Comportamento indegno e vergognoso del Governo nei confronti dei dirigenti. Se per essere ascoltati bisogna disobbedire, scenderemo in piazza”. Così Attilio Fratta, presidente di Dirigentiscuola, il sindacato dei presidi, che interviene sulle mancate risorse da parte dell’esecutivo nella Legge di Bilancio.
E provocatoriamente chiede al ministro Patrizio Bianchi di unirsi alla protesta: “Per il governo la scuola è l’ultimo problema, – dichiara il presidente di Dirigentiscuola – passato il Covid i riflettori si sono spenti. I dirigenti e la scuola sono considerati l’ultima ruota del carro e il ministro Bianchi dà l’impressione di avere le mani legate. Invitiamo il ministro a unirsi con noi nella protesta e a scendere in piazza, per ridare finalmente dignità alla scuola e alla sua dirigenza”.
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