E’ braccio di ferro sul numero dei contagi da coronavirus nelle scuole. In questo caso i duellanti sono da un lato Lucia Azzolina che riporta numeri bassi di incidenza della riapertura scuole sui contagi, dall’altro lato c’è il virologo Andrea Crisanti, che contesta i dati riportati dalla Ministra dell’Istruzione.
In base a quanto riportato da Lucia Azzolina, al 14 al 26 settembre, il personale docente che risulta contagiato è lo 0,047% del totale (349 casi di positività), si parla dello 0,059% (116 casi) per il personale non docente, mentre per gli studenti la percentuale è dello 0,021% (1.492 casi).
Specialmente il numero degli studenti contagiati sarebbe sbagliato secondo Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia dell’Università di Padova. Nel suo intervento ad Agorà su Rai 3, il virologo ha spiegato: “È chiaro che se noi andiamo a vedere solo la percentuale di studenti che si ammalano prendiamo un dato completamente falsato perché la maggior parte degli studenti non si ammalano, sono asintomatici che possono però portare il virus e infettare“, ha detto Crisanti.
Covid in ascesa, meno dell’1% o il 20% dei contagiati frequentano la scuola?
Il virologo in precedenza aveva comunque ritenuto indispensabile analizzare nel dettaglio i dati della riapertura delle scuole nelle prossime settimane: sarà lì, secondo anche altri esperti, che si potrà avere una visione maggiormente significativa sull’impatto dei contagi nelle scuole.
Tempo. E’ proprio questa l’accusa che muove invece Enrico Bucci, biologo professore alla Temple University di Philadelphia all’analisi di Azzolina. Secondo l’esperto il lasso di temporale è troppo breve: “Dopo due settimane non si può parlare di effetto né negativo né positivo, semplicemente non si può parlare di nulla. Il periodo di osservazione è così breve che non c’è fisicamente il tempo per trarre delle conclusioni. La ministra ha fatto un azzardo, anzi, ha detto una cosa senza senso“, dice il biologo a La Repubblica.
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