Covid scuola e cellulare: quale buona prassi per evitare il contagio?Abbiamo già riportato in un articolo precedente il parere dell’esperta, l’immunologa dell’Università di Padova Antonella Viola in fatto di sanificazione di libri e quaderni: “non possiamo avere penne e pennarelli in condivisione, ogni studente deve usare i propri, ma questo non significa che il docente non possa toccare i compiti o i quaderni,“ ci raccomanda l’esperta senza drammatizzare.
Ma forse vale la pena anche spendere qualche parola sull’uso che facciamo e che i ragazzi fanno del cellulare, perché se è vero, come da indicazioni ministeriali, che i materiali didattici non vanno condivisi, lo stesso discorso vale per il cellulare.
Bisognerebbe cioè suggerire esplicitamente agli alunni che un cellulare non deve essere fatto passare di mano in mano. La pratica molto comune fra i ragazzi di scambiarsi lo smartphone per mostrare immagini o messaggi o per aiutare un compagno a usare una nuova app, andrebbe limitata o comunque dovrebbe essere seguita sempre dal lavaggio delle mani.
Su Focus scienza leggiamo: se è vero che prestiamo maggiore attenzione alla pulizia delle superfici attorno a noi e della nostra pelle, non sempre facciamo altrettanto con i nostri smartphone. Molti si chiedono se sia davvero necessario pulirli: la risposta è sì, ma non in modo compulsivo.
Non essere ossessivi in fatto di igiene del telefono, certo, ma curarsene.
In tempi di pre-Covid le aziende produttrici ci suggerivano di pulire gli schermi dei nostri smartphone esclusivamente con un panno in microfibra. Ma la prassi post Covid è un’altra e le stesse aziende Samsung ed Apple, ad esempio, hanno chiarito che l’uso di salviettine disinfettanti a base di alcol isopropilico al 70% o di un panno inumidito con disinfettante (no candeggina) è consentito e non danneggia lo strumento.
Ecco tre buone abitudini da comunicare agli alunni in fatto di cellulare:
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