La Didattica a distanza (DaD) è più efficace di quell’ibrido che è la Didattica Digitale Integrata (DDI).
A sostenerlo un gruppo di oltre 100 docenti dell’IIS PIAGET DIAZ di Roma, che invocano la didattica a distanza almeno fino a che non si potrà fare didattica in presenza nel modo che è congeniale alle scuole: fuori dall’emergenza.
Insomma, per questo gruppo di docenti la scuola in presenza non è sinonimo di normalità finché si pretenderà dagli alunni distanziamento e mascherina. Specie per gli studenti di primo anno – si fa notare – distanziamento e mascherine non facilitano di certo la socializzazione, il conoscersi, il fare gruppo. Tanto vale ricorrere alla DaD senza formule intermedie – si argomenta – così da non esporre gli studenti e il personale scolastico ai rischi da Covid-19.
La considerazione a sostegno dell’ipotesi che la DaD sia da preferire alla DDI, ruota attorno alla motivazione che la didattica in presenza e la didattica a distanza seguano logiche e strategie differenti che la DDI, questa formula mista, disconosce, vanificando i vantaggi dell’una e dell’altra, rendendosi cioè incapace di operare con efficacia sia in presenza che a distanza.
La DDI si è mostrata inefficace e spesso anche impraticabile con i mezzi a disposizione della scuola: la didattica in presenza segue logiche diverse da quella a distanza, ed entrambe hanno rivelato la loro efficacia, mentre l’ibrido della DDI disconosce le peculiarità dell’una e dell’altra. Con l’aggravante che il 50% dei compagni a casa, se la classe non è provvista di LIM, seguono il docente collegato con un PC o un tablet!
Soprattutto per le prime classi in queste condizioni, è complesso realizzare un clima di socializzazione e di conoscenza reciproca, indispensabili per trasformare un elenco di adolescenti scritti su un registro in un vero “gruppo-classe”. Restare seduti a un metro di distanza, con la mascherina, che il nostro lungimirante DS aveva previsto come obbligatoria fin da subito, di fronte al docente a sua volta dotato di mascherina, senza possibilità di muoversi per non superare il famigerato metro di distanza, non favorisce certo le relazioni interpersonali.
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