Attualità

Covid scuola. Fondazione Gimbe: molte criticità, non si abbandoni la mascherina

La situazione epidemiologica nelle scuole sarebbe sotto controllo, per quanto gli esperti avvertano di non abbassare la guardia. Un consiglio ribadito anche dalla Fondazione Gimbe, che nel nuovo report sui contagi segnala l’assenza di un effetto scuole aperte, sebbene i focolai invitino all’attenzione, specie alla luce di numerose criticità. La ricetta della Fondazione per contenere l’epidemia: aumentare le coperture vaccinali, mantenere la mascherina, potenziare gli screening e investire su areazione e ventilazione.

Le criticità rilevate dal report

Il report evidenzia una serie di criticità:

A fronte di tutto questo, la Fondazione esorta a non abbandonare la mascherina.

Il riepilogo dei dati sui contagi

Ma quali sono esattamente i dati rilevati dalla Fondazione? Secondo il report settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), nel periodo 4-17 ottobre 2021, sono stati diagnosticati nella fascia d’età 0-19 anni 8.857 casi, di cui 99 ospedalizzati, 3 ricoveri in terapia intensiva e nessun decesso, con una progressiva riduzione – nelle ultime 4 settimane considerate dal report ISS –dell’incidenza dei casi di COVID-19 e delle ospedalizzazioni.

A seguire la sintesi del report della Fondazione Gimbe

  • Vaccinazione studenti. Al 25 ottobre 2021 il 67,2% della popolazione 12-19 anni (3.064.055) ha completato il ciclo vaccinale e il 5,5% (249.401) ha effettuato la prima dose. I ragazzi che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino sono 1.243.466 (27,3%), con percentuali di non vaccinati che vanno dal 19,6% della Regione Sardegna al 43,8% della Provincia autonoma di Bolzano.
  • Vaccinazione personale. Il 91,2% del personale scolastico ha completato il ciclo vaccinale e il 3% (45.945) ha ricevuto la prima dose di vaccino; sono in 90.002 (5,8%) a non aver ancora ricevuto nemmeno una dose, con rilevanti differenze regionali: dal 3% del Veneto al 21,1% della Provincia autonoma di Bolzano. Da rilevare che il dato non viene aggiornato dal 1 ottobre 2021.
  • Utilizzo delle mascherine. “Fino a quando il tasso di copertura vaccinale fra studenti, personale scolastico e popolazione generale non avrà raggiunto percentuali più elevate – spiega Nino Cartabellotta – anche considerando che nelle ultime due settimane il 60% dei casi diagnosticati nella fascia d’età 0-19 anni si è verificato negli under 12, l’ipotesi di abbandonare le mascherine nelle classi con tutti gli studenti immunizzati è troppo rischiosa”.
  • Screening periodico. La campagna di testing a campione coinvolge solo 110mila studenti delle cosiddette “scuole sentinella” primarie e secondarie di primo grado, utilizzando test molecolare su campione salivare.
  • Distanziamento sociale. Il Protocollo di Intesa del Ministero dell’Istruzione prevede una “distanza interpersonale di almeno un metro, sia in posizione statica che dinamica, qualora logisticamente possibile”, ovvero definisce un obbligo flessibile, derogabile in presenza di limiti strutturali. Questo si verifica, in particolare, nelle classi molto numerose (cd. “classi pollaio”) dove mantenere il distanziamento sociale può risultare sostanzialmente impossibile.
  • Aerazione e ventilazione dei locali chiusi. Nonostante le evidenze dimostrino che la trasmissione del SARS-CoV-2 avviene prevalentemente per aerosol, si continuano investire troppe risorse nelle procedure di disinfezione delle superfici e pochissime nei sistemi di aerazione e ventilazione. Il Decreto Ripartizione che ha assegnato 350 milioni di euro alle scuole prevedeva l’acquisto di “strumenti per l’aerazione”, ma tale destinazione d’uso non è specificata nel DL 73/2021 che fa riferimento solo a interventi di piccola manutenzione. Di conseguenza, areazione e ventilazione sono affidate al mantenimento delle finestre aperte, la cui efficacia dipende dalla sensibilizzazione del personale scolastico e dalla ventilazione continuativa degli ambienti durante le attività, che non può non essere condizionata dalle condizioni metereologiche.
  • Trasporti pubblici. La gestione dei mezzi pubblici non è stata inclusa nell’analisi sia perché non di competenza delle scuole, sia perché interessa quasi esclusivamente gli studenti della scuola secondaria di secondo grado.
Carla Virzì

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