Tra la popolazione scolastica che si è vaccinata contro il Covid-19, anche la categoria degli studenti della fascia 12-19 anni, quindi gli alunni di scuola secondaria, rappresentano una quota importante.
Sono infatti 6.013.709 i già vaccinati, secondo i dati del Ministero della Salute. Con almeno una dose arriviamo a quasi il 90% del totale, un dato che eguaglia i vaccini del personale scolastico, o quasi (i docenti sono attorno al 95%). Sono appena 600mila (il 10%) i ragazzi che non hanno effettuato neanche una dose ed è immaginabile che molti di essi facciano parte della categoria 12-15, i più giovani tra i ragazzi autorizzati al vaccino e dunque quelli su cui le famiglie nutrono più dubbi in fatto di vaccino anti Covid.
Sempre tra gli studenti, ad avere completato il ciclo vaccinale sono in 5.090.509, l’84,65% della popolazione in età da vaccino.
Chi è senza vaccino a scuola?
Nel mondo scuola, insomma, ad essere senza vaccino sono i circa 90mila, tra docenti e Ata; i 600mila delle scuole secondarie; e naturalmente tutti gli alunni under 12.
In linea generale, dunque, i gradi di scuola più protetti sono le scuole secondarie, in particolare quelle superiori. Sulla scuola primaria si sta lavorando. Atteso l’ok dell’Ema per agire sul fronte nazionale e autorizzare il vaccino anche per la fascia 5-11 anni, rispetto al quale di recente il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli ha dichiarato: “Pfizer è un vaccino sicuro approvato negli Stati Uniti da Fda e Cdc”. In Italia entro Natale, ha anche ipotizzato.
Obbligo vaccinale
Sull’ipotesi dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico, Cisl non si dice contraria: Per la Cisl la difesa della salute è il primo obiettivo, decida il governo sulla base di dati scientifici e noi rispetteremo le regole“. Lo afferma la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi. “Come tutte le norme di legge, laddove devono garantire la sicurezza del Paese, noi ci atteniamo, come stiamo accettando la regola delle mascherine. Ricordiamoci che siamo in stato d’emergenza, ai nostri confini c’è la pandemia che bussa. Se il governo assumesse una decisione in tal senso, sia per l’obbligo per le prima due dosi, che per il booster, noi ci saremmo“.