I dati dei contagi da Covid-19 sono più rassicuranti: come nel resto del Paese anche nella scuola la curva si appiattisce, tuttavia il grado di scuola dell’infanzia resta comunque quello in cui le percentuali si rivelano leggermente superiori agli altri gradi di scuola, con un 16,1% di positivi o in quarantena, a fronte del 15,5% della scuola primaria e dell’11% della scuola secondaria di primo e secondo grado.
Dati che non stupiscono alla luce del fatto che all’infanzia i piccoli alunni non usano mascherina e non sono vaccinati; e a questo si aggiunge l’allargamento delle maglie dei provvedimenti ministeriali che hanno portato da 1 a 5 il numero di alunni necessario per giustificare la sospensione della didattica.
Ne abbiamo parlato nell’ultimo appuntamento della Tecnica della Scuola Live. Fino a 4 contagi scuola in presenza all’infanzia e alla primaria? “Una scelta politica,” ha osservato il dirigente scolastico Alfonso D’Ambrosio, “anche per venire incontro alle famiglie che hanno avuto difficoltà organizzative con i bambini a casa, magari asintomatici”. Ma alcuni lettori hanno obiettato: la scuola non sia un parcheggio e gli insegnanti non siano baby-sitter.
Nel complesso, come dicevamo, i dati dei contagi sono in calo, con l’11.9% delle classi in DaD e sezioni in quarantena, contro il 17,2% della scorsa settimana. Un trend che dovrebbe portare a ulteriori miglioramenti.
“Basta tamponi alla prima linea di febbre e alla mascherina all’aperto”: è la riflessione di Alberto Zangrillo, prorettore dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell’Irccs ospedale San Raffaele. E lancia un appello affinché si mettano al centro i giovani: “Il futuro del Paese sono i giovani, se limitiamo la loro libertà personale ne limitiamo le ambizioni e la potenzialità culturale“.
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