La linea del rigore europea circa le vaccinazione atte a limitare i danni diagnostici dell’infezione da Sars e dalla patologia da COVID-19 hanno interessato da vicino il mondo dei lavoratori, in particolare quelli impiegati in sanità ed istruzione: l’immunizzazione obbligatoria dei docenti ha rappresentato motivo di dialogo e dibattito tra popolazione, preoccupata per la natura dei servizi didattici offerti con una tale assenza di docenti, per costoro, sospesi e senza stipendio, e per un sistema che, per norme sanitarie, rischiava il collasso. La discesa dei casi e la rimozione delle norme dispositive a livello europeo adagiata sulla discesa fattiva dei contagi hanno portato ad un trattamento della popolazione lavoratrice non vaccinata più modesto, limitando sospensioni anche nel mondo della scuola. La riammissione dei docenti non immunizzati è passata, per maggio scorso, per i corridoi impedendo loro di accedere in classe: il Ministero, in una nota atta alla riorganizzazione fattiva dell’organico docente, permetterà ai docenti non vaccinati il rientro in classe e la possibilità di praticare la propria professione.
Disposizioni emergenziali non prolungate in Italia: dal 1° settembre rientrano anche i docenti non vaccinati
Le attuali norme che regolano, secondo il fattivo rischio epidemiologico, lo stato d’emergenza a livello sanitario sono in scadenza, per i luoghi pubblici, entro il 31 agosto prossimo. Non risultano previsti aggiornamenti e prolungamenti, almeno al momento. I docenti non vaccinati, personale scolastico e ATA possono rientrare in servizio anche se non sottoposti a previa vaccinazione anti-Covid. Il Ministero ha inoltrato agli Istituti Superiori ed ai Dirigenti Scolastici, lo scorso 19 agosto, un documento che rende note le misure di prevenzione sanitaria e di organizzazione delle risorse per l’avvio del prossimo anno scolastico. Il rientro degli studenti in classe è monitorato attentamente dall’Istituto Superiore di Sanità, il quale teme ripercussioni sull’attuale curva dei contagi, rendendo noto però che “dalla ricostruzione fin qui effettuata si evince che le richiamate disposizioni emergenziali, alla data in cui si scrive (19 agosto 2022) in vigore in ambito scolastico, esauriscono la loro validità al 31 agosto 2022 e in assenza di ulteriori specifiche proroghe o rinnovi, non prolungano i loro effetti nel prossimo anno scolastico 2022/2023”.
Cosa accade in Europa e nel globo? Una questione di pressioni e progressi. I dati UNESCO
L’attuazione dei piani di introduzione dei vaccini varia da paese a paese. Le realtà ad alto reddito tendono anche ad avere le percentuali più alte di insegnanti vaccinati, incluso il 100% in Portogallo, il 98% in Cile, il 97% in Svezia e il 96% in Arabia Saudita. Al contrario, i tassi di vaccinazione degli insegnanti sono più bassi in altri paesi ad alto reddito, inclusa la Federazione Russa, dove solo il 70% era completamente vaccinato a dicembre 2021. Alcuni paesi hanno imposto la vaccinazione degli insegnanti come condizione per esercitare la professione, con il risultato che il 100% degli insegnanti è stato completamente vaccinato in Nuova Zelanda e negli Emirati Arabi Uniti. La tabella UNESCO differisce tre livelli di priorità decrescenti numerati con riferimento alle disposizioni vigenti nei paesi lo scorso inverno: la Germania è in priorità 2, la Francia 3, il Regno Unito non priorizzato, la Spagna 2.