I contagi in autunno potrebbero essere in risalita anche a causa di una variante del Covid-19 particolarmente veloce, quella che è stata ribattezzata Centaurus. Potrebbero trovarsi al riparo da questa variante solo coloro i quali hanno effettuato una quarta dose di vaccino o hanno contratto il virus di recente. Per gli altri, i cittadini che dovessero avere fatto la precedente dose di vaccino circa 8 mesi fa, le probabilità di contrarre la nuova variante del virus sarebbe elevata, secondo gli esperti. E tuttavia – abbiamo già riferito – anche qualora ci dovesse essere una recrudescenza di contagi, i lettori della Tecnica della Scuola sono in gran parte restii a sottoporsi a una nuova dose di vaccino (come da esiti del recente sondaggio). Ricordiamo in proposito che 7 docenti su 10 si dicono contrari all’eventualità che si possa tornare all’obbligo vaccinale (che per il 90% dei casi significa quarta dose di vaccino), anche qualora in autunno i contagi dovessero crescere. Tutt’al più il 50% del personale scolastico si dichiara d’accordo con l’obbligo di mascherina, un dispositivo evidentemente percepito più utile che fastidioso.
Come prepararsi al rientro in classe?
La Fondazione Gimbe raccomanda: “Serve un piano per l’autunno, sennò i fragili saranno a rischio”. Ad affermarlo, il presidente Nino Cartabellotta, che aggiunge: “Se nella campagna elettorale, che ha monopolizzato l’informazione pubblica, la pandemia ha trovato posto solo per strumentalizzazioni politiche, i dati mostrano che ci affacciamo alla stagione autunno-inverno in una situazione non favorevole”.
Cosa bisognerebbe fare? Sempre Nino Cartabellotta: “Bisognerebbe offrire la quarta dose alle persone a rischio dopo 120 giorni dalla somministrazione della terza; promuovere l’utilizzo delle mascherine al chiuso e sui mezzi pubblici; areare gli spazi pubblici affollati, quali scuole, uffici, bar e ristoranti, mezzi di trasporto pubblico; applicare rigorosi protocolli terapeutici per le persone a rischio di malattia grave”.
Eppure, dopo oltre due anni di pandemia, l’aerazione nelle scuole, come abbiamo detto più volte, resta affidata all’apertura delle finestre, senza alcuna azione sistematica e strutturata di contenimento del contagio. E d’altra parte, il tema delle possibili “chiusure” è e resterà assolutamente fuori dalla campagna elettorale. Nell’ambito della scuola, i programmi dei partiti sono concentrati su altro, dagli stipendi all’obbligo scolastico, ma in fatto di pandemia si limitano ad auspicare un investimento sugli aeratori che a tutt’oggi non è mai arrivato, neanche con i fondi stanziati dal Pnrr.
Cosa avverrà in classe? Il Governo si è riservato il diritto di inasprire le misure di contenimento del Covid sulla base dell’andamento dei contagi. Allo stato attuale la raccomandazione è quella di aprire frequentemente le finestre e prestare particolare attenzione alla cosiddetta etichetta respiratoria con cui il documento dell’Iss intende “i corretti comportamenti da mettere in atto per tenere sotto controllo il rischio di trasmissione di microrganismi da persona a persona, quali ad esempio proteggere la bocca e il naso durante gli starnuti o i colpi di tosse utilizzando fazzoletti di carta”.