Come la DaD ha influito sulla qualità della didattica? A questa domanda hanno risposto i docenti delle scuole di ogni ordine e grado, ai quali Indire ha sottoposto un questionario nel periodo tra il 9 e il 30 giugno 2020.
All’indagine hanno risposto in maniera volontaria 3.774 docenti – 3.195 donne e 579 uomini – così distribuiti per ordine di scuola: il 10% appartenente alla scuola dell’infanzia; il 29,8% alla scuola primaria; il 21,8% alla scuola secondaria di primo grado e il 38,4% alla scuola secondaria di secondo grado.
I dati sono stati raccolti nel Report integrativo relativo all’indagine sulle pratiche didattiche durante il lockdown, che va completare l’analisi del precedente report pubblicato la scorsa estate.
Ai docenti sono state sottoposte domande sui livelli di apprendimento e dell’attenzione, autonomia e responsabilità degli studenti, qualità dell’interazione e comunicazione tra studenti, relazione educativa e tra pari, capacità di cooperazione e collaborazione, livelli di motivazione e coinvolgimento.
Rispetto a tutte le dimensioni, ad eccezione dell’autonomia e la responsabilità degli studenti che risulta migliorata, emerge un peggioramento.
Solo il 30% dei docenti ritiene che in DaD la qualità della didattica sia rimasta sullo stesso livello.
Il peggioramento è percepito maggiormente nella scuola d’infanzia, con una percentuale elevata (66,8%) nella qualità della relazione tra pari.
Per quanto riguarda la scuola primaria e secondaria, emerge invece il miglioramento nell’autonomia e responsabilità degli studenti: scuola secondaria di primo grado (35,6%) e secondo grado (31,3%).
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