Le scuole dell’infanzia sono quelle che risentono più di tutte dei contagi da Covid attuali. Lo evidenziano i dati del ministero di qualche giorno fa, il 16% delle classi delle scuole materne sono in Dad contro l’11% delle superiori. I motivi sono presto rintracciabili. Niente vaccini e niente mascherine per i bambini sotto i 5 anni che dunque si contagiano molto facilmente. Difficile arginare questa situazione e le conseguenze sono spesso per le famiglie dei piccoli (che si vedono contagiati) e le maestre. Proprio su queste ultime si è concentrata una mini inchiesta de IlFattoQuotidiano.it.
Sono state diverse le educatrici che, spesso in forma anonima, si sono confessate al portale. Sono testimonianze di paura, di rabbia e di delusione. Molte di loro si sentono abbandonate, messe a rischio e poco tutelate. Tante sono state contagiate nonostante le tre dosi di vaccino e il loro timore è quello di portare il Covid in casa ai figli o ai genitori anziani. Sostengono che la riapertura è ormai libera, che non sono più obbligatorie nemmeno le bolle di massimo 7 bimbi per evitare classi affollate. Mantenere le scuole chiuse come soluzione? Assolutamente no, non è questo che affermano le educatrici, ma al tempo stesso mantenere alcune misure come le stesse bolle o finanziare un monitoraggio per bambini e personale o garantire più mascherine e tamponi. Insomma, non favorire il contagio libero come sta avvenendo adesso. “Ci hanno lasciato soli, una guerra in prima linea ma senza strumenti”.
C’è chi è perplessa di fronte all’unica forma di precauzione in caso di chiusura dopo i 5 contagi che è la mascherina (che le insegnanti devono indossare sempre) e c’è chi le definisce “finte regole” perché si è permesso il “liberi tutti” a scuola. E più che tutela della salute questa è “tutela del lavoro”. Infine, sempre a ‘IlFattoQuotidiano.it‘ altre insegnanti lamentano la difficile applicazione dei 2 metri di distanza con bambini di tre o quattro anni e col disagio per alcune colleghe che devono dividersi su più classi sostituendo le educatrici contagiate. E anche per il resto del personale scolastico la situazione non è molto differente. Tanto da far dichiarare loro “Andare al lavoro è come andare in trincea”.
Il conferimento delle supplenze temporanee si attua mediante la stipula di contratti di lavoro a…
Se il patriarcato non c’entra, ma c’entra il fenomeno degli stranieri che stanno arrivando in…
Un nostro affezionato lettore, docente in un Istituto Comprensivo in cui vige la settimana corta,…
Ancora censure nelle scuole degli Stati Uniti : in Florida sono tantissimi i libri che…
Ormai manca poco all'attesissima pubblicazione del prossimo bando del concorso docenti 2024. Come ha già…
Nella puntata del daytime di oggi, 19 novembre, del talent show Amici, in onda su…