Nella mia scuola vivo in sicurezza. Ma fuori?
In questo video ascoltiamo la testimonianza di Rosita Coco, un’alunna di quinto anno che viaggia ogni giorno da Milo (in provincia di Catania) al liceo scientifico linguistico Leonardo di Giarre (CT), che denuncia la sua “pericolosa” vita da pendolare.
A che servono le misure di sicurezza adottate negli edifici scolastici, se prima e dopo le lezioni si utilizzano mezzi di trasporto dove la minaccia Covid sembra non esistere?
Le accorate parole della studentessa siciliana invitano a una profonda riflessione. Non a caso, e a ragione, la ministra Azzolina ha recentemente affermato: “La scuola è il luogo più sicuro per i nostri ragazzi”. E sui treni, i pullman, gli scuolabus? Chi vigila affinché gli alunni viaggino sicuri?
I protocolli esistono, ma i mezzi pubblici restano terra di nessuno e fuori da ogni controllo. Dov’è finita la distanza di un metro fra i passeggeri? E i “separatori” che si parlava di installare? Il problema chiave è che con il giusto distanziamento la capienza dei bus si dimezzerebbe. E non ci sono abbastanza linee per garantire l’enorme flusso di studenti che ogni mattina viaggia verso le scuole.
A questo punto, per garantire la salute di tutti, non sarebbe meglio tornare alla DAD?
E il vostro anno scolastico come sta andando? Inviateci le vostre video testimonianze di un anno scolastico straordinario.
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