Quasi un docente o Ata su due, pari a mezzo milione di lavoratori della scuola, ha svolto il test sierologico per individuare il Covid-19: il 2,6% – cioè circa 13 mila tra insegnanti, assistenti e collaboratori scolastici – è risultato positivo e non prenderà servizio fino a quando il tampone non darà esito negativo.
Dati ufficiali e pure in difetto
I dati sono ufficiali e sono stati forniti nella serata del 10 settembre dall’ufficio del Commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri, nel corso del Tg1, che aveva avviato nelle settimane scorse la campagna con la distribuzione di due milioni di test agli istituti scolastici.
Peraltro, si tratta di dati anche in difetto perché non tengono conto dei 200 insegnanti e Ata in servizio nel Lazio, poiché la regione guidata da Nicola Zingaretti sta operando in maniera autonoma.
Nella Lombardia le maggiori adesioni
La classifica sullo svolgimento dei test è guidata dalla Lombardia, con il 70% di test effettuati mentre all’ultimo posto c’era la Sardegna con solo il 5% del personale che si è sottoposto all’esme sierologico.
Dall’entourage del commissario Domenico Arcuri prevedono che, quando ripartirà la scuola per tutti, quindi entro il 24 settembre prossimo, la percentuale possa salire al 60-70% di lavoratori della scola che avranno effettuato il test sul Covid-19.
Il premier: criticità che non altera il progetto di rientro
Il primo dato dei positivi tra gli operatori della scuola non sembra comunque preoccupare il premier Giuseppe Conte: a margine del vertice Med-7 ad Ajaccio, il presidente del Consiglio ha detto che con questa indicazione si “introduce un elemento di criticità ma non altera il progetto di ritorno a scuola: continuiamo a perseguirlo”.
Quindi, le scuole ripartiranno il 14 settembre o come preventivato dalle singole Regioni sulla base di modifiche motivate.
“Abbiamo predisposto tutto per la massima sicurezza garantita ai ragazzi. Stiamo affinando tutto per le prossime ore, anche se alcune regioni partiranno più tardi”, ha concluso il premier.