Nella settimana da martedì 17 a lunedì 23 novembre La Tecnica della Scuola ha coinvolto i suoi lettori in un sondaggio cui hanno risposto 530 insegnanti nell’ambito delle questioni più calde degli ultimi mesi, relativamente alla scuola del Covid, quindi alla didattica a distanza, all’apertura delle scuole, alla riduzione delle classi per garantire il distanziamento, alla turnazione degli alunni.
Ecco, quest’ultimo argomento ci offre forse il dato più rilevante del sondaggio: l’81% dei docenti ha dichiarato che nelle proprie classi non è stato effettuato alcun tipo di riduzione del numero di alunni. Il che vuol dire nessuna turnazione e nessuna formazione di nuove classi, risultato che in effetti non stupisce, se pensiamo alla carenza di organico di cui abbiamo ampiamente discusso inizio di anno scolastico. Ma non per questo è meno grave.
Se, infatti, il distanziamento è il primo must della triade anti contagio da Covid-19, insieme a mascherine e a igiene della mani, possiamo concludere (pur sapendo che il nostro dato non sia necessariamente rappresentativo del dato nazionale) che nella maggioranza delle scuole il distanziamento non si è affatto realizzato, cosa che ha reso inevitabile la didattica a distanza.
In altre parole, è vero che la problematica trasporti è una delle principali criticità che ha influito sulla ripresa della didattica a distanza, ma è anche vero che, sul fornte più strettamente scolastico non si è riusciti a garantire il principale requisito di sicurezza, rispetto al quale probabilmente neanche la legge di bilancio riuscirà a fare qualcosa. Insomma, le classi pollaio sono sempre lì, nelle nostre scuole, e lo saranno ancora per molto.
La stessa Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, non a caso, qualche giorno fa, sul proprio profilo Facebook, nell’illustrare le misure contenute nella Legge di Bilancio ha dichiarato che pensare di risolvere in poco tempo un problema che va avanti da anni è impensabile, soprattutto se si guarda agli 8 miliardi di euro di tagli all’istruzione.
In un contesto simile, ci appare coerente la risposta di oltre il 70% dei docenti che si dicono favorevoli alla DaD. Laddove le classi restino sovraffollate, infatti, la didattica a distanza rimane un’opzione affidabile per gran parte dei docenti.
Un altro dato interessante del sondaggio riguarda la risposta alla domanda: Sei d’accordo a tenere le scuole dell’infanzia e del primo ciclo aperte in zona rossa? Ebbene, oltre il 73% di insegnanti non è d’accordo con questa scelta ministeriale. Insomma, la maggior parte dei docenti viaggia su una linea ben più prudenziale rispetto a quella della Ministra Azzolina.
Infine, un altro argomento che ha tenuto banco in queste ultime settimane ha riguardato il binomio DaD da casa vs DaD da scuola per i docenti. Quello che emerge, in proposito, dal nostro sondaggio, è che un buon 20% circa di insegnanti oggi sta svolgendo didattica a distanza da scuola, un dato che avevamo immaginato inferiore.
Nel 2016 aveva vinto il Premio Nazionale per la Saggistica spagnola con il suo libro…
Il cantautore ed ex insegnante Roberto Vecchioni, ospite fisso del programma di La7 "In Altre…
Un giovane su tre non è in grado di riconoscere la disinformazione e spesso scambia…
Secondo i più recenti dati Unicef, nel mondo 90 milioni tra ragazzi e ragazze hanno…
Sarebbero 2.406 i bambini uccisi o feriti dall'escalation della guerra in Ucraina, in circa 1.000…
Il portiere campione del mondo del 2006 Gianluigi Buffon, 46 anni, ha rilasciato un'intervista a…