Quarantene differenziate per alunni vaccinati e non vaccinati? La cosa è già così da prima delle vacanze natalizie, come disposto dal documento interministeriale, trasmesso il 3 novembre scorso, Indicazioni per l’individuazione e la gestione dei contatti di casi di infezione da SARS-CoV-2 in ambito scolastico.
Tale documento rappresenta tuttora il riferimento per la sorveglianza con testing da attivare nelle scuole in caso di riscontrata positività di uno studente o del personale.
“Ma la DaD per alcuni e la scuola in presenza per altri non è certo di facile gestione, specie con i più piccoli,” ci racconta un dirigente scolastico di un istituto comprensivo, mentre una sua collega di scuola superiore aggiunge: “La maggior parte dei casi di ragazzi in presenza e altri a distanza si è verificata a ridosso delle vacanze di Natale. Il tracciamento è partito comunque dall’Als, che, una volta individuato il secondo caso di alunno positivo, ha messo in quarantena i ragazzi non vaccinati, dopo avere fornito alla scuola l’elenco dei non vaccinati. Il timore – continua la dirigente – è che al rientro dalle vacanze con l’aumento dei casi possano complicarsi ulteriormente tutte le situazioni”.
E un’altra voce critica che ci è giunta in redazione ha osservato: “Speriamo che tolgano il tampone T0 e T5 che non è affatto un metodo appropriato di gestione delle quarantene, con un numero elevato di casi”.
Insomma, come sembra, sono in molti a contestare questo modello, dentro le scuole e fuori, dai sindacati ai partiti. Maddalena Gissi, ad esempio, segretaria della Cisl Scuola, all’Ansa dichiara: “La ripresa delle attività didattiche non deve riprodurre modelli che già si sono rivelati ingestibili. Ricordo con molta preoccupazione l’esperienza delle lezioni organizzate in parte in presenza e in parte a distanza. Un modello organizzativo che non ha mai garantito la qualità della proposta formativa. Chi segue in classe ha bisogno di tutta l’attenzione dell’insegnante. Chi invece è in Ddi ha tempi diversi e necessita di proposte più essenziali. Non si possono bloccare i bambini o gli studenti in quarantena per 5 ore davanti al Pc”.
La sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia, sullo stesso argomento contesta: “Non si può pensare di discriminare i bambini, prevedendo per alcuni la DaD e per altri la frequenza in presenza. Si continui a investire risorse per la sicurezza, anzi si aumentino le risorse per la scuola, e si migliori il protocollo affinché sia più efficace. Ma le scuole devono restare aperte!”. Dichiarazioni, a essere sinceri, che sembrano provenire da fuori le stanze del potere, sebbene – forse è il caso di ricordarlo – Barbara Floridia stia dentro al Governo, al fianco di Patrizio Bianchi. Dunque le maggiori risorse per la scuola o il protocollo di maggiore efficacia a chi lo sta chiedendo esattamente, la sottosegretaria?
“Preservare la didattica in presenza per i nostri studenti è sempre stata una priorità del Governo – sottolinea il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso–. Un principio sacrosanto a cui dobbiamo tener fede anche per la seconda parte dell’anno scolastico. La campagna di vaccinazione per i più piccoli è appena partita e inasprire i protocolli su contagi e quarantene ci esporrebbe al rischio di eccessive penalizzazioni”.
E conclude: “Non possiamo permetterci di relegare in DaD milioni di studenti. La risposta non può essere sacrificare il diritto all’istruzione di milioni di studenti. Su questo siamo pronti a far sentire forte la nostra voce”.
La Legge di bilancio 2025 approvata dal Governo contiene disposizioni apprezzabili, come l’innalzamento della soglia…
Si discute molto di educazione alla pace, ma nelle ultime settimane la cronaca ha fatto…
Anche oggi, come faccio da ormai molto tempo, mi è capitato di leggere un vostro…
Meno soldi per le armi, più finanziamenti per la scuola, la sanità e la lotta…
Il regista napoletano Paolo Sorrentino, che ha diretto il film "Parthenope", al momento nelle sale…
L'ascolto attivo a scuola è una pratica che incoraggia gli studenti a partecipare in modo…