Il ministero della Salute ha trasmesso a quello dell’Istruzione il parere tecnico per l’emanazione delle linee guida per la ventilazione delle aule. Un rapporto che però “non dà nessuna indicazione specifica tecnica né alcuno standard di requisiti minimi – come spiega il comitato IdeaScuola a ‘Il Fatto Quotidiano’ – si fa genericamente riferimento ai ricambi d’aria suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità ma nessuna altra disposizione che possa essere di chiara indicazione agli enti locali e alle scuole per l’esecuzione”.
E allora si torna a parlare di finestre aperte e mascherine e di un distanziamento che molte classi non sono in grado di garantire.
Già qualche settimana fa i presidi avevano lamentato una situazione di stallo per settembre, che non sembra affatto cambiare nel corso delle settimane. I sistemi di ventilazione automatici, i cui benefici sarebbero molteplici (ricambio d’aria, possibilità di non indossare la mascherina), rappresentano una soluzione che però, per il terzo anno consecutivo non vedrà la luce nelle scuole italiane.
Un altro inizio di scuola con le finestre aperte dunque e forse con le mascherine. Bisognerà attendere la fine di agosto per capire quale sarà il quadro epidemiologico del nostro Paese e se questo consentirà più libertà o ancora restrizioni. Ma è chiaro che gli oltre due anni di Covid devono pur insegnare qualcosa. L’anno scolastico per gli alunni dura fino a giugno e le ondate di contagi purtroppo si verificano con puntualità.
Nel documento dell’Istituto Superiore di Sanità si parla di personale specializzato che dovrebbe occuparsi della valutazione e delle decisioni in merito, per tutto quanto va oltre l’apertura delle finestre. Ma le scuole non hanno questo personale a meno di non retribuirlo specificatamente – spiega Cristina Costarelli, presidente Anp Lazio – è necessario indicare esplicitamente che ad occuparsi della questione siano gli enti locali”.
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