Come abbiamo spiegato in un articolo precedente, in tempi di Covid scuola, lo scenario che si profila per il lungo inverno influenzale è quello di un eccesso di tamponi richiesti dai medici su segnalazione delle scuole o delle famiglie di un ragazzo o di un bambino con un sintomo da caso sospetto.
E se il sistema non reggesse? Se la quantità di tamponi diventasse tale da rallentare anche la rapidità delle risposte?
In attesa di procedure più efficienti e di tamponi più rapidi, la soluzione per non intasare il sistema potrebbe essere quella di intervenire sul protocollo dell’Istituto Superiore di Sanità con una lieve modifica o forzatura, restringendo un po’ il campo dei soggetti da sottoporre a tampone, prevedendo di agire non al primo sintomo ma alla combinazione di più sintomi.
Infatti, sebbene la ricerca su un solo sintomo garantisca una migliore e capillare tracciabilità del virus, è anche vero che “le forme più significative di solito non hanno semplicemente un raffreddore.” A dirlo è Rino Agostiniani, vicepresidente della Società italiana di pediatria (Sip).
In altri termini, in presenza di più sintomi statisticamente avremo anche un maggiore tasso di positività al tampone, col risultato di ottimizzare tempi e risorse del sistema sanitario.
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