I numeri del Governo parlano chiaro: ai bambini tra 5 e 11 anni sono già state somministrate 108.112 dosi di vaccino Pfizer in formato ridotto. Mentre le somministrazioni dai 12 ai 19 anni raggiungono quota 6.932.361 dosi.
Il professor Sergio Abrignani, immunologo membro del Cts, chiarisce che anche gli adolescenti “faranno la terza dose al più presto. Non è sorprendente. Nel mondo dei vaccini, le 3 dosi sono la regola”.
E si dice preoccupato dalla variante Omicron: “Mi chiedo: se non consideriamo l’obbligo vaccinale per una malattia così devastante e pandemica, cosa dobbiamo aspettare? Se non mettiamo l’obbligo vaccinale in questo caso, quando dobbiamo metterlo?“
“La variante Omicron è esplosiva. Probabile che l’aumento di contagi in Italia sia già dovuto alla nuova variante. Sappiamo che avremo picchi di infezioni notevoli”.
“Non penso possa essere la variante Delta a fare tutto questo. Credo che dai prossimi rilievi si vedrà una presenza significativa di Omicron”, ipotizza ai microfoni di Agorà.
E le sue dichiarazioni si spostano sui numeri: “Con la variante Delta avevamo 5mila infezioni al giorno e 150 polmoniti, di cui una ventina finivano in terapia intensiva. Con questa abbiamo 50mila infezioni al giorno e 750 polmoniti, un centinaio di persone in terapia intensiva: questo fa scattare l’allarme“.
“La malattia provocata sembra comparabile a quella della Delta, la differenza è che siamo vaccinati. Omicron trova una popolazione ampiamente vaccinata: con due dosi la protezione dall’infezione scende al 30-40% ma quella dalla malattia grave rimane molto alta. La terza dose è in grado di riportare la protezione dall’infezione a livelli più alti“, conclude.
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