L’aumento costante di nuovi casi di contagi da coronavirus mette ogni giorno in allarme e la paura di un nuovo lockdown continua a farsi largo.
La scuola è sicura?
La scuola resta comunque un rebus: gli esperti si dividono fra chi sostiene la non incidenza sui contagi degli istituti scolastici, motivo per cui bisogna insistere a tenerli aperti e chi invece vede la scuola in presenza come un facile veicolo di diffusione del virus.
Secondo Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e componente del Cts, nel corso di intervenuto a ‘Porta a Porta’, ha ribadito che “La scuola è l’esempio che meno contribuisce” ai contagi da covid. Semmai – dice l’esperto – “è il dopo scuola” che deve essere attenzionato. Locatelli consiglia ancora una volta di “evitare gli assembramenti” e quanto ai trasporti ritiene che la strada sia “aumentare il numero delle corse e dei mezzi”.
Di diverso avviso Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell’università di Pisa, che nelle ultime ore ha difeso la scelta del Governatore della Puglia Emiliano di chiudere le scuole: secondo l’esperto, la scuola è un “fattore facilitante per la diffusione del virus”. Ecco eprchè secondo Lopalco chiudere le scuole pugliesi è stata una decisione “sofferta, ma necessaria”:
“Con i 716 nuovi casi di ieri, la Puglia ha raggiunto la soglia dei 10mila positivi. A marzo-aprile avevamo appena superato i 4mila. Purtroppo bisogna anticipare le mosse del virus, non inseguirle. La decisione di interrompere momentaneamente la didattica in presenza, sofferta quanto necessaria, ha un fondamento epidemiologico e pragmatico e cioè mitigare l’impatto della pandemia. Le attività scolastiche, oltre a rappresentare di per sé un rischio di diffusione virale, per tutto quello che avviene prima, durante e dopo la scuola, hanno nelle ultime settimane registrato un numero di casi tale che ci ha indotto a prendere questo provvedimento“, ha detto Lopalco.
Il Ministero: dati sui contagi a scuola condivisi con l’ISS
A proposito di dati covid per le scuole, il Ministero dell’Istruzione ribadisce che il sistema scolastico si è impegnato, fin dalla prima settimana di lezioni, per dare il proprio sostegno alla raccolta di informazioni, contribuendo a completare il quadro epidemiologico generale e a disegnare il trend di quanto osservato nelle scuole italiane in relazione al Covid-19.
Il MI ha condiviso, fin dall’inizio, i risultati del monitoraggio condotto attraverso i dirigenti scolastici con l’Istituto Superiore di Sanità, per contribuire alle analisi epidemiologiche. Lo scopo, si legge sul comunicato del Ministero del 29 ottobre, è stato quello di contribuire a ridurre la diffusione dell’epidemia.
Inoltre, tutti i dati sono in possesso delle autorità sanitarie, a cui sono trasferiti settimanalmente per la loro analisi nell’ambito del quadro epidemiologico generale.
E’ chiaro che nei prossimi giorni si capirà quale indirizzo prenderà il Governo: probabili nuove misure forse già la prossima settimana. La scuola sarà l’ultima a chiudere, come nel caso francese oppure si seguiranno altre strade?